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Critiche a Giovanni Paolo II |
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Giovedì 27 Dicembre 2012 18:13 | |||
Durante il suo lungo pontificato, non sono mancate critiche a papa Giovanni Paolo II. Sostegno alle dittature di destraTra le critiche rivolte a Giovanni Paolo II, vi è l'accusa di aver sostenuto, col fine di opporsi al comunismo, sistemi politici o vere e proprie dittature di destra. In particolare sono stati criticati i suoi rapporti col dittatore cileno Augusto Pinochet, anche se va comunque ricordato come, nella sua visita pastorale in Cile nel 1987, il papa abbia esplicitamente invitato i cattolici cileni a "muoversi verso la democrazia"; egli ha pubblicamente abbracciato il dittatore (così come, del resto, alcuni oppositori del regime)[1]. In varie occasioni ha comunque dimostrato solidarietà con il dittatore: in particolare un telegramma di auguri del 1993[2] e una successiva lettera di solidarietà quando venne arrestato in Gran Bretagna per essere estradato in Spagna[3], effettuando pressioni sulle autorità inglesi per bloccarne il processo di estradizione[3]. Tuttavia alcune fonti vaticane[4] sostengono che in occasione del viaggio in Cile il papa avrebbe anche sollecitato il tiranno al ripristino della democrazia. Altro motivo di critiche fu quando l'arcivescovo Óscar Romero, religioso salvadoregno molto impegnato a favore dei poveri del suo paese - verrà assassinato proprio a causa della sua opposizione al governo golpista e repressivo - andò in visita in Vaticano e venne ricevuto da papa Giovanni Paolo II; questi infatti lo esortò a "sforzarsi di avere una relazione migliore con il governo del suo Paese"[5], e a "non avvicinarsi troppo a forze dell'opposizione"[5], ritenute violente. Sempre riguardo alla politica in America latina, la proclamazione del cardinale Pio Laghi è stata aspramente criticata dalle associazioni di sostegno alle vittime della dittatura (come le Madri di Plaza de Mayo, le madri dei desaparecidos), secondo le quali avrebbe appoggiato la cosiddetta "guerra sporca" in Argentina,[6]. Anche il fatto che il processo di beatificazione di alcuni vescovi e sacerdoti vittime delle dittature di destra latinoamericane, in particolare del Cile, proceda a rilento o non sia stata avviata, è stata da alcuni criticata come una mancata presa di distanze da questi regimi. Per contro, è molto controverso il significato della beatificazione del cardinale Alojzije Stepinac, vescovo di Zagabria imprigionato e lasciato morire in prigionia dopo la fine della seconda guerra mondiale dal regime comunista di Tito con l'accusa di aver collaborato con gli occupanti nazifascisti e di aver appoggiato le conversioni imposte con la forza ai Serbi ortodossi ad opera degli Ustasha nel complesso di Jasenovac, un lager in cui avvennero numerose stragi e il cui comandante era il frate Miroslav Filipovic-Majstorovic.
Sostegno all'Opus DeiAnche il supporto alla prelatura dell'Opus Dei e la canonizzazione del suo fondatore, Josemaría Escrivá de Balaguer, sono stati visti come legittimazione di ciò che taluni considerano un culto sui generis di fatto autonomamente operante in seno alla Chiesa, spesso indicata come "setta" ultraconservatrice[7] e accusata anch'essa di aver sostenuto le dittature di destra latinoamericane[8]. Il Papa, si ribatte, avrebbe invece operato in questo caso per la sostanziale unità della Chiesa, a difesa dei suoi principi fondanti. Ruolo della donnaAltre critiche vennero dalle posizioni in materia di sessualità. Non solo esponenti del femminismo[9], ma anche cattolici progressisti[10], trovarono inaccettabile il ruolo della donna proposto da questo pontificato, così come la definitiva conferma dell'impossibilità di ordinare le donne. Va detto che dall'altra parte si richiama una Lettera apostolica dal Papa sulla dignità e vocazione della donna, nella quale esprime un ringraziamento per l'opera che svolgono.[11]
OmosessualitàI militanti omosessuali[12] hanno trovato inevitabilmente indisponente la reiterata sottolineatura dell'inaccettabilità (perché «contro natura») del rapporto affettivo omosessuale, e il conseguente rifiuto della formalizzazione del matrimonio omosessuale (definito come «minaccia della società»). Inoltre, venne giudicata offensiva la sfumatura dottrinale che non considera un peccato in sé la condizione di omosessuale mentre condanna l'espressione in atti di tale condizione, consigliando l'astinenza sessuale ed il celibato.
Sessualità e AIDSPiù vasta opposizione trovò invece la posizione di questo pontificato nei confronti della contraccezione, e con essa la condanna dell'uso del preservativo. Dal Vaticano si riaffermava con vigore la posizione dottrinale tradizionale, per la quale l'atto coniugale deve rispettare sempre il suo duplice significato unitivo e procreativo, e deve essere praticato solo nell'ambito del matrimonio eterosessuale. Di fronte a questa posizione la polemica si accese in ragione della gravissima pandemia di AIDS. La maggior parte dei governi (compreso quello della Polonia) produsse campagne di informazione per sollecitare i cittadini all'uso del profilattico come strumento di difesa dal contagio; al contrario la Chiesa criticò[13] questo tipo di interventi, ritenendo che promuovano un atteggiamento di tolleranza nei confronti dei rapporti extra-matrimoniali, come pure omosessuali, nella ricerca di un piacere individualistico ed irresponsabile in contrapposizione ai valori cristiani che comprendono la prospettiva del matrimonio e di una futura famiglia. Nonostante le critiche ed i pericoli di aumento di contagio sottolineati dal mondo medico, impliciti in questa politica che risulta nei fatti di difficile applicazione, la Chiesa intraprese una solitaria quanto vigorosa campagna contro la promiscuità sessuale e la leggerezza dei costumi, proponendo l'astinenza, prima del matrimonio, e la fedeltà al coniuge come la soluzione al contagio dal virus.
Pedofilia nel cleroIn argomento di governo del clero, il Papa fu oggetto di critiche, soprattutto nell'America del Nord, a causa dei ripetuti casi di pedofilia che vedevano coinvolti vescovi e sacerdoti, e per i quali fu accusato di non aver fornito una valida risposta né «riportando all'ordine» i suoi rappresentanti, né tantomeno commentando i fatti accaduti, come forse taluno si sarebbe atteso ; a tal proposito va ricordato che Wojtyla con un motu proprio del 30 marzo 2002 istituì il delitto di pedofilia nella Chiesa[14] che prevede la scomunica per i prelati che si macchiano di tale delitto; nello stesso periodo condannò i casi avvenuti negli Stati Uniti[15]. D'altro canto lo stesso papa approvò il documento "Crimen Sollicitationis" del Sant'Uffizio (all'epoca presieduto da Joseph Ratzinger) nel quale si vietava la denuncia degli atti di pedofilia ("sollicitatio ad turpia", poi aggravato dallo stesso Ratzinger durante il suo papato con il documento "De delicti gravioribus"). Questo documento fu causa di scandalo a livello internazionale e l'attuale papa Benedetto XVI, all'epoca capo del Santo Uffizio che lo aveva promulgato, fu accusato negli Stati Uniti di ostacolo alla giustizia (essendo divenuto papa, Ratzinger non si presentò neanche al tribunale americano e non diede mai giustificazioni, in quanto capo di stato ottenne l'immunità diplomatica durante la presidenza di G.W. Bush). Mafia, finanziamenti a Solidarnosc, il crack dell'Ambrosiano e lo IORIl giornalista Ferruccio Pinotti nel libro Poteri forti (BUR, 2005) ha indagato sulla morte di Roberto Calvi, dopo avere ripetutamente ascoltato il figlio di Calvi, che per anni ha ricostruito le vicende legate alla carriera e alla misteriosa morte del padre. Pinotti descrive le operazioni finanziarie con le quali Calvi riuscì a rendere il Banco Ambrosiano padrone di se stesso, così da poterlo gestire in piena autonomia. Operazioni tuttavia che rendono Calvi ricattabile e lo costringono a erogare cospicui finanziamenti a società dipendenti dallo IOR guidato dal vescovo Paul Marcinkus. Quando si manifestano difficoltà finanziarie, l'Ambrosiano cerca, senza riuscirvi, di recuperare il denaro prestato all'Istituto vaticano, che presumibilmente usa il denaro ricevuto per aiutare in tutto il mondo e in particolare in Polonia gruppi religiosi e politici vicini alla Santa Sede. Calvi allora proverebbe a rivolgersi ad ambienti religiosi vicini all'Opus Dei, che sarebbero stati disponibili a coprire i debiti dello IOR per ottenere maggior peso in Vaticano. Tentativo senza successo, perché ostacolato da quanti, in Vaticano, temono che il potere dell'Opus Dei possa crescere e per impedirlo sono disposti a lasciare fallire il Banco Ambrosiano. In una lettera del 5 giugno 1982 rilasciata dal figlio diversi anni dopo e pubblicata nel libro di Pinotti, Calvi scrive anche a papa Giovanni Paolo II cercando aiuto:
I segreti e gli interessi economici legati alla mancata restituzione da parte dello IOR del denaro ricevuto dal Banco Ambrosiano a sua volta provenienti da Cosa Nostra per via del suo "banchiere" Pippo Calò e connessi alle operazioni finanziarie che lo IOR realizzava per conto di propri clienti italiani desiderosi di esportare valuta aggirando le norme bancarie sarebbero quindi all'origine della decisione di uccidere Roberto Calvi, che, disperato e temendo di finire in carcere, avrebbe potuto rivelare quanto sapeva ai magistrati. Roberto Calvi fu trovato impiccato in un ponte di Londra, per la sua morte rimane ancora imputato il mafioso Pippo calò. Il Vaticano si oppose all'estradizione di Marcinkus e secondo quanto riportato nel libro "Wojtyla segreto" il motivo risiedeva nel fatto che Marcinkus aveva in pugno il papa in quanto da egli dipendevano i finanziamenti a Solidarnosc[16]. Secondo la moglie di Calvi
Licio Gelli disse
Critiche da ambienti tradizionalistiSe molte critiche venivano da ambienti culturali «progressisti», altre, non meno profonde, venivano invece da certi ambienti tradizionalisti riguardo agli incontri interreligiosi di Assisi nel 1986 e nel 2002, che hanno sempre rifiutato le innovazioni del Concilio Vaticano II e premevano per un ritorno alla tradizione tridentina.
Interventismo politico, ateismo e laicitàAlcuni esponenti dei Radicali Italiani hanno contestato il rivendicare privilegi ritenuti secolari, attraverso un interventismo politico di cui l'Italia è stata il principale destinatario. Spesso questo interventismo è stato visto come una forma d'ingerenza nella vita dello Stato che è riuscita a trovare nelle istituzioni repubblicane un interlocutore disposto ad assecondare il clero[17][18]. Alcuni atei accusano inoltre Giovanni Paolo II di aver considerato l'ateismo un banale sinonimo di comunismo e di aver equiparato l'apostasia al degrado morale[19], sostenendo questa critica a partire dall'affermazione contenuta nell'enciclica Centesimus Annus: «La negazione di Dio priva la persona del suo fondamento» o dal discorso dell'omelia di Confessione dei peccati quando inserì l'ateismo tra «i mali di oggi»[20]. Infine è stata anche contestata la centralizzazione delle decisioni in materia di politica estera e nomine, e la sua condanna della Teologia della Liberazione[21]. Note
Bibliografia
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Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Napoli Num. 45 dell' 8 giugno 2011