Il conclave del 2005 venne convocato il 18 aprile a seguito della morte di papa Giovanni Paolo II e si concluse con l'elezione, dopo soli quattro scrutini, del cardinale Joseph Alois Ratzinger, il quale assunse il nome di Benedetto XVI.
Situazione generale
Per il conclave sono attualmente previsti due scrutini la mattina e due al pomeriggio: quando uno di essi ha dato esito positivo viene immediatamente seguito dalla famosa fumata bianca. Nel conclave del 2005 furono necessarie per l'elezione 77 preferenze, ossia i voti dei due terzi dei cardinali riuniti ed aventi diritto di voto. Dopo 34 scrutini infruttuosi, però, di voti per essere eletti ne sarebbero bastati 58, ossia la metà più uno: così stabilivano le regole per il conclave promulgate nel 1996 da Giovanni Paolo II. Se le votazioni avessero avuto esito negativo gli appunti e le schede sarebbero stati bruciati al termine della sessione delle due votazioni mattutine, con fumata nera alle 12, ed al termine della sessione delle due votazioni pomeridiane, con fumata nera alle 19.
Si stabilì che, da questo conclave, il suono delle campane di San Pietro avrebbe sancito definitivamente l'esito positivo delle votazioni e fugato così ogni dubbio circa il colore della fumata. Un'altra novità riguardò la mancanza della tradizionale fumata gialla, che veniva solitamente fatta salire pochi giorni prima dell'inizio del conclave per verificare che la stufa fosse stata montata correttamente.
L'apertura del conclave
La mattina del 18 aprile, nella basilica di San Pietro, venne celebrata la messa Pro Eligendo Romano Pontifice, che diede inizio ai riti del primo conclave del terzo millennio. Presiedette il rito, concelebrato da tutti i 115 cardinali, il decano del collegio cardinalizio, Joseph Ratzinger, che pronunciò l'omelia. In uno dei passaggi del suo discorso Ratzinger richiamò la necessità di riscoprire una "fede matura, radicata nell'amicizia con Cristo", senza lasciarsi trasportare dalla "dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le proprie voglie".[1]
Nel primo pomeriggio i cardinali entrarono in processione nella Cappella Sistina e, dopo il canto del Veni Creator e dopo aver pronunciato in latino il solenne giuramento di fedeltà al segreto del conclave con la tradizionale formula Extra omnes pronunciata dal maestro delle cerimonie liturgiche Piero Marini, le porte della Sistina si chiusero. Il cardinale Tomáš Špidlík, 85enne e quindi non elettore, esperto in spiritualità orientale, guidò la meditazione, per lasciare poi la sala e permettere l'avvio dei lavori con l'estrazione a sorte dei tre cardinali scrutatori e degli altrettanti revisori.
Le votazioni
Secondo alcuni vaticanisti, la sera del 18 aprile le votazioni si aprirono con l'unica candidatura organizzata in grado di contare su un blocco di voti sicuri, quella del cardinale Ratzinger. Le previsioni dei vaticanisti più informati oscillavano fra i 30 ed i 50 voti già sicuri per lui. Molto inferiori alle aspettative, invece, i voti raccolti dal cardinale Carlo Maria Martini. Il primo scrutinio, che non era scontato avvenisse entro la giornata, ebbe esito negativo: alle ore 20:05 uscì dal comignolo della Cappella Sistina la fumata nera.
Il giorno successivo, 19 aprile, i sostenitori di Ratzinger si concentrarono sul vasto blocco degli incerti. I cardinali dalla parte di Camillo Ruini fecero sapere che il loro piccolo pacchetto di voti si sarebbe riversato su Ratzinger. Sul fronte opposto prevalse invece l'orientamento verso l'elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires.[2] Anche i cardinali che votarono per Martini si convinsero a puntare sul porporato argentino, il quale poteva contare su tutti i voti dei cardinali provenienti dall'America latina, esclusi solo il colombiano Alfonso López Trujillo, avversario della teologia della liberazione, ed il cileno Jorge Medina Estévez, responsabile dell'edizione cilena della rivista Communio, creatura teologica di Ratzinger.
Al secondo scrutinio i voti per Ratzinger, come previsto, aumentarono rispetto al giorno prima, ma anche Bergoglio ottenne un numero di preferenze non trascurabile. Al terzo scrutinio a Ratzinger mancarono pochissimi voti per essere eletto, ma i sostenitori di Bergoglio decisero di resistere ad oltranza, sperando di portare ad una situazione di stallo continuo che avrebbe reso necessaria la messa da parte del cardinale tedesco e la ricerca di un nuovo candidato. Anche Martini era della stessa idea e, sospettando il blocco duraturo di Ratzinger, prevedeva un cambio di candidati per il giorno successivo.[3]
In termini concreti i sostenitori di Bergoglio miravano a fargli ottenere 40 voti: poiché i votanti erano 115 e poiché per essere eletti erano necessari i due terzi dei consensi, ossia 77 voti, a Bergoglio bastava ottenere appunto 40 voti per rendere aritmeticamente impossibile l'elezione di Ratzinger che, nel caso, si sarebbe dovuto fermare al massimo a 75.[4]
Tuttavia la condizione di stallo e di ricerca di un altro candidato che non fosse Ratzinger si sarebbe realizzata solo se, nel blocco che sosteneva Bergoglio, non si fosse aperta alcuna crepa. Invece una crepa, e neanche tanto piccola, si stava per aprire a favore del porporato tedesco. Diversi cardinali del blocco di Bergoglio, infatti, allo scrutinio successivo si arresero e diedero a Ratzinger i voti che gli mancavano per l'elezione. Alle 17:56 dal comignolo della Cappella Sistina uscì l'attesa fumata bianca. Alle 18:07 le campane della basilica di San Pietro iniziarono a suonare, confermando l'elezione del nuovo papa. Dopo un'attesa di circa mezz'ora il cardinale protodiacono Jorge Medina Estévez si affacciò alla loggia centrale della basilica per annunciare il tradizionale Habemus Papam, preceduto, per la prima volta, dal saluto fratelli e sorelle carissimi, pronunciato in italiano, spagnolo, francese, tedesco e inglese.
Nel primo discorso di Benedetto XVI, seguito dalla benedizione Urbi et Orbi, non mancò un ricordo del suo amico e predecessore Giovanni Paolo II:
« Dopo il grande papa Giovanni Paolo II i signori cardinali hanno eletto me, un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere. Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà, e Maria, sua Santissima Madre, starà dalla nostra parte. Grazie. » |
Secondo gli appunti di un anonimo cardinale, pubblicati dal vaticanista Lucio Brunelli sul periodico Limes, i seguenti sarebbero stati i voti del conclave[2]:
Sera del 18 aprile
Primo scrutinio
Cardinali | Voti |
Joseph Alois Ratzinger |
47 |
Jorge Mario Bergoglio |
10 |
Carlo Maria Martini |
9 |
Camillo Ruini |
6 |
Angelo Sodano |
4 |
Óscar Rodríguez Maradiaga |
3 |
Dionigi Tettamanzi |
2 |
Altri |
34 |
Mattino del 19 aprile
Secondo scrutinio
Cardinali | Voti |
Joseph Alois Ratzinger |
65 |
Jorge Mario Bergoglio |
35 |
Angelo Sodano |
4 |
Dionigi Tettamanzi |
2 |
Altri |
9 |
Terzo scrutinio
Cardinali | Voti |
Joseph Alois Ratzinger |
72 |
Jorge Mario Bergoglio |
40 |
Altri |
3 |
Pomeriggio del 19 aprile
Quarto scrutinio
Cardinali | Voti |
Joseph Alois Ratzinger |
84 (eletto papa) |
Jorge Mario Bergoglio |
26 |
Bernard Francis Law |
1 |
Giacomo Biffi |
1 |
Altri |
3 |
I cardinali elettori
Come stabilito da Paolo VI, ebbero diritto di voto in conclave i cardinali che non avevano ancora compiuto l'ottantesimo anno di età. Quelli che si trovarono in questa condizione erano 117, ma parteciparono effettivamente al conclave solo in 115, poiché due di loro, Adolfo Antonio Suárez Rivera e Jaime Lachica Sin erano assenti per motivi di salute.
Segue l'elenco dei paesi con rappresentanti aventi diritto di voto, indicati per numero di elettori:
Cardinali elettori raggruppati per nazionalità (52 nazioni rappresentate, per tutti e 5 i continenti):
- 20 elettori:
Italia
- 11 elettori:
Stati Uniti
- 6 elettori:
Germania, Spagna
- 5 elettori:
Francia
- 4 elettori:
Brasile, Messico
- 3 elettori:
Canada, Colombia, India, Polonia
- 2 elettori:
Cile, Ungheria, Giappone, Nigeria, Filippine, Portogallo, Ucraina, Regno Unito
- 1 elettore:
Argentina, Australia, Austria, Belgio, Bolivia, Bosnia ed Erzegovina, Camerun, RD del Congo, Costa d'Avorio, Croazia, Cuba, Rep. Ceca, Rep. Dominicana, Ghana, Guatemala, Honduras, Indonesia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Madagascar, Nicaragua, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Perù, Siria, Sudafrica, Sudan, Svizzera, Tanzania, Thailandia, Uganda, Vietnam
Oltre ad essere stato il conclave più numeroso della storia della Chiesa Cattolica per numero di cardinali elettori (ma anche non elettori: ben 66), è stato anche quello con il più alto numero di nazioni rappresentate.
- Europa
- Marco Cé (8 luglio 1925), patriarca emerito di Venezia (
Italia)
- Francisco Álvarez Martínez (14 luglio 1925), arcivescovo emerito di Toledo (
Spagna)
- Desmond Connell (24 marzo 1926), arcivescovo emerito di Dublino (
Irlanda)
- Agostino Cacciavillan (14 agosto 1926), presidente emerito dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (
Italia)
- Marian Jaworski (21 agosto 1926), arcivescovo di Lublino (
Ucraina)
- Jean-Marie Lustiger (17 settembre 1926), arcivescovo emerito di Parigi (
Francia)
- Ricardo María Carles Gordó (24 settembre 1926), arcivescovo emerito di Barcellona (
Spagna)
- Carlo Maria Martini (15 febbraio 1927), arcivescovo emerito di Milano (
Italia)
- Eduardo Martínez Somalo (31 marzo 1927), camerlengo di Santa Romana Chiesa (
Spagna)
- Joseph Ratzinger (16 aprile 1927), prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (
Germania) - eletto papa
- László Paskai (8 maggio 1927), arcivescovo di Strigonio-Budapest (
Ungheria)
- Franciszek Macharski (20 maggio 1927), arcivescovo di Cracovia (
Polonia)
- Angelo Sodano (23 novembre 1927), segretario di Stato (
Italia)
- Friedrich Wetter (20 febbraio 1928), arcivescovo di Monaco e Frisinga (
Germania)
- Giacomo Biffi (13 giugno 1928), arcivescovo emerito di Bologna (
Italia)
- Francesco Marchisano (25 giugno 1929), arciprete della Basilica di San Pietro (
Italia)
- Mario Francesco Pompedda (18 aprile 1929), prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica (
Italia)
- Józef Glemp (18 dicembre 1929), arcivescovo di Varsavia (
Polonia)
- Julián Herranz Casado (31 marzo 1930), presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi (
Spagna)
- Paul Poupard (30 agosto 1930), presidente del Pontificio Consiglio della Cultura (
Francia)
- Salvatore De Giorgi (6 settembre 1930), arcivescovo di Palermo (
Italia)
- Michele Giordano (26 settembre 1930), arcivescovo di Napoli (
Italia)
- Janis Pujats (14 novembre 1930), arcivescovo di Riga (
Lettonia)
- Bernard Panafieu (26 gennaio 1931), arcivescovo di Marsiglia (
Francia)
- Camillo Ruini (19 febbraio 1931), vicario generale per la diocesi di Roma (
Italia)
- Sergio Sebastiani (11 aprile 1931), presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede (
Italia)
- Adrianus Johannes Simonis (26 novembre 1931), arcivescovo di Utrecht (
Olanda)
- José Saraiva Martins (6 gennaio 1932), prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi (
Portogallo)
- Miloslav Vlk (17 maggio 1932), arcivescovo di Praga (
Rep. Ceca)
- Henri Schwery (14 giugno 1932), vescovo di Sion (
Svizzera)
- Cormac Murphy-O'Connor (24 agosto 1932), arcivescovo di Westminster (
Inghilterra)
- Renato Raffaele Martino (23 novembre 1932), presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace (
Italia)
- Ljubomyr Huzar (26 febbraio 1933), arcivescovo Maggiore di Lublino degli Ucraini (
Ucraina)
- Walter Kasper (5 marzo 1933), presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani (
Germania)
- Severino Poletto (18 marzo 1933), arcivescovo Torino (
Italia)
- Godfried Danneels (4 giugno 1933), arcivescovo di Bruxelles (
Belgio)
- Joachim Meisner (25 dicembre 1933), arcivescovo di Colonia (
Germania)
- Giovanni Battista Re (30 gennaio 1934), prefetto della Congregazione per i Vescovi (
Italia)
- Dionigi Tettamanzi (14 marzo 1934), arcivescovo di Milano (
Italia)
- Carlos Amigo Vallejo (23 agosto 1934), arcivescovo di Siviglia (
Spagna)
- Tarcisio Bertone (2 dicembre 1934), arcivescovo di Genova (
Italia)
- Georg Maximilian Sterzinsky (9 febbraio 1936), arcivescovo di Berlino (
Germania)
- José da Cruz Policarpo (26 febbraio 1936), patriarca di Lisbona (
Portogallo)
- Karl Lehmann (16 maggio 1936), vescovo di Magonza (
Germania)
- Antonio María Rouco Varela (24 agosto 1936), arcivescovo di Madrid (
Spagna)
- Ennio Antonelli (18 novembre 1936), arcivescovo di Firenze (
Italia)
- Audrys Juozas Backis (1 febbraio 1937), arcivescovo di Vilnius (
Lituania)
- Attilio Nicora (16 marzo 1937), presidente dell'APSA (
Italia)
- Keith Michael Patrick O'Brien (17 marzo 1938), arcivescovo di Edimburgo (
Scozia)
- Zenon Grocholewski (11 ottobre 1939), prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica (
Polonia)
- Angelo Scola (7 novembre 1941), patriarca di Venezia (
Italia)
- Crescenzio Sepe (2 febbraio 1943), prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (
Italia)
- Jean-Louis Pierre Tauran (5 aprile 1943), archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa (
Francia)
- Christoph Schönborn (22 gennaio 1945), arcivescovo di Vienna (
Austria)
- Vinko Puljic (8 settembre 1945), arcivescovo di Vrhbosna (
Bosnia ed Erzegovina)
- Josip Bozanic (20 marzo 1949), arcivescovo di Zagabria (
Croazia)
- Philippe Xavier Ignace Barbarin (17 ottobre 1950), arcivescovo di Lione (
Francia)
- Péter Erdo (25 giugno 1952), arcivescovo di Strigonio-Budapest (
Ungheria)
- Sud America
- José Freire Falcão (23 ottobre 1925), arcivescovo emerito di Brasilia (
Brasile)
- Miguel Obando Bravo (2 febbraio 1926), arcivescovo emerito di Managua (
Nicaragua)
- Jorge Arturo Medina Estévez (23 dicembre 1926), prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (
Cile)
- Adolfo Antonio Suárez Rivera (9 gennaio 1927), arcivescovo emerito di Monterrey (Messico) assente al conclave
- Darío Castrillón Hoyos (4 luglio 1929), prefetto della Congregazione per il Clero (
Colombia)
- Rodolfo Quezada Toruño (8 maggio 1932), arcivescovo di Città del Guatemala (
Guatemala)
- Pedro Rubiano Sáenz (13 settembre 1932), arcivescovo di Bogotá (
Colombia)
- Eusébio Oscar Scheid (8 dicembre 1932), arcivescovo di Rio de Janeiro (
Brasile)
- Javier Lozano Barragán (26 gennaio 1933), presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari (
Messico)
- Juan Sandoval Íñiguez (28 marzo 1933), arcivescovo di Guadalajara (
Messico)
- Francisco Javier Errázuriz Ossa (5 settembre 1933), arcivescovo di Santiago del Cile (
Cile)
- Geraldo Majella Agnelo (19 ottobre 1933), arcivescovo di San Salvador di Bahia (
Brasile)
- Cláudio Hummes (8 agosto 1934), arcivescovo di San Paolo (
Brasile)
- Alfonso López Trujillo (8 novembre 1935), presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia (
Colombia)
- Julio Terrazas Sandoval (7 marzo 1936), arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra (
Bolivia)
- Jaime Lucas Ortega y Alamino (18 ottobre 1936), arcivescovo di San Cristóbal de la Habana (
Cuba)
- Nicolás de Jesús López Rodríguez (31 ottobre 1936), arcivescovo di Santo Domingo (
Rep. Dominicana)
- Jorge Mario Bergoglio (17 dicembre 1936), arcivescovo di Buenos Aires (
Argentina)
- Norberto Rivera Carrera (6 settembre 1942), arcivescovo di Città del Messico (
Messico)
- Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga (29 dicembre 1942), arcivescovo di Tegucigalpa (
Honduras)
- Juan Luis Cipriani Thorne (28 dicembre 1943), arcivescovo di Lima (
Perù)
- Nord America
- William Wakefield Baum (21 novembre 1926), arcivescovo emerito di Washington (
Stati Uniti)
- Edmund Casimir Szoka (14 settembre 1927), presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano (
Stati Uniti)
- Aloysius Matthew Ambrozic (27 gennaio 1930), arcivescovo di Toronto (
Canada)
- Adam Joseph Maida (18 marzo 1930), arcivescovo di Detroit (
Stati Uniti)
- Theodore Edgar McCarrick (7 luglio 1930), arcivescovo di Washington (
Stati Uniti)
- Francis Eugene George (26 settembre 1930), arcivescovo di Chicago (
Stati Uniti)
- William Henry Keeler (4 marzo 1931), arcivescovo di Baltimora (
Stati Uniti)
- Bernard Francis Law (4 novembre 1931), arcivescovo emerito di Boston (
Stati Uniti)
- Edward Michael Egan (2 marzo 1932), arcivescovo di New York (
Stati Uniti)
- James Francis Stafford (26 luglio 1932), penitenziere maggiore della Penitenzieria Apostolica (
Stati Uniti)
- Justin Francis Rigali (19 marzo 1935), arcivescovo di Filadelfia (
Stati Uniti)
- Roger Michael Mahony (27 febbraio 1936), arcivescovo di Los Angeles (
Stati Uniti)
- Jean-Claude Turcotte (24 giugno 1936), arcivescovo di Montréal (
Canada)
- Marc Ouellet (8 giugno 1944), arcivescovo di Québec (
Canada)
- Africa
- Armand Gaétan Razafindratandra (7 agosto 1925), arcivescovo di Antananarivo (
Madagascar)
- Bernard Agré (2 marzo 1926), arcivescovo di Abidjan (
Costa d'Avorio)
- Emmanuel Wamala (15 dicembre 1926), arcivescovo di Kampala (
Uganda)
- Christian Wiyghan Tumi (15 ottobre 1930), arcivescovo di Douala (
Camerun)
- Frédéric Etsou-Nzabi-Bamungwabi (3 dicembre 1930), arcivescovo di Kinshasa (
RD del Congo)
- Francis Arinze (1 novembre 1932), prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (
Nigeria)
- Anthony Olubunmi Okogie (16 giugno 1936), arcivescovo di Lagos (
Nigeria)
- Gabriel Zubeir Wako (27 febbraio 1941), arcivescovo di Khartoum (
Sudan)
- Wilfrid Fox Napier (8 marzo 1941), arcivescovo di Durban (
Sudafrica)
- Polycarp Pengo (5 agosto 1944), arcivescovo di Dar-es-Salaam (
Tanzania)
- Peter Kodwo Appiah Turkson (11 ottobre 1948), arcivescovo di Cape Coast (
Ghana)
- Asia
- Varkey Vithayathil (29 maggio 1927), arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly dei Siro-Malabaresi (
India)
- Peter Seiichi Shirayanagi (17 giugno 1928), arcivescovo emerito di Tokyo (
Giappone)
- Jaime Lachica Sin (31 agosto 1928), arcivescovo emerito di Manila (
Filippine), assente al conclave
- Michael Michai Kitbunchu (25 gennaio 1929), arcivescovo di Bangkok (
Thailandia)
- Stephen Fumio Hamao (9 marzo 1930), presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti (
Giappone)
- Ignace Moussa I Daoud (18 settembre 1930), prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali (
Siria)
- Ricardo J. Vidal (6 febbraio 1931), arcivescovo di Cebu (
Filippine)
- Jean-Baptiste Pham Minh Man (5 marzo 1934), arcivescovo di Hô Chí Minh (
Vietnam)
- Julius Riyadi Darmaatmadja (20 dicembre 1934), arcivescovo di Giacarta (
Indonesia)
- Ivan Dias (10 aprile 1936), arcivescovo di Bombay (
India)
- Telesphore Placidus Toppo (15 ottobre 1939), arcivescovo di Ranchi (
India)
- Oceania
- Thomas Stafford Williams (21 marzo 1930), arcivescovo di Wellington (
Nuova Zelanda)
- George Pell (8 giugno 1941), arcivescovo di Sydney (
Australia)
Note
- ^ Aldo Cazzullo. Il manifesto di Joseph. Corriere della Sera, 19 aprile 2005. URL consultato in data 1 agosto 2011.
- ^ a b Luigi Accattoli. Bergoglio si tirò indietro e Ratzinger fu eletto Papa. Corriere della Sera, 23 settembre 2005. URL consultato in data 1 agosto 2011.
- ^ Lucio Brunelli. I segreti del Conclave. Così vinse Ratzinger. Repubblica, 23 ottobre 2005. URL consultato in data 1 agosto 2011.
- ^ Bergoglio si ritirò, Ratzinger Papa. Il gesuita argentino ottenne 40 voti, TGcom, 23 maggio 2005. URL consultato in data 1 agosto 2011.
Voci correlate
Collegamenti esterni
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