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Supplemento Enciclopedico del MONITORE NAPOLETANO |
Fondato nel 2012 |
Museo civico di Castel Nuovo |
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Venerdì 14 Dicembre 2012 15:02 |
Il museo civico di Castel Nuovo di Napoli, inaugurato nel 1990, è ubicato all'interno dell'omonimo castello (meglio noto come "Maschio Angioino").
La raccolta museale annovera numerose opere provenienti dalla reale casa della Santissima Annunziata e la stessa inizia con la cappella Palatina, proseguendo per la sala dell'Armeria giungendo poi ai primi due piani del castello nei quali sono esposte sculture e dipinti.
La Cappella Palatina
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La prima sala è costituita dalla Cappella palatina (dedicata a San Sebastiano o Santa Barbara), risalente al 1307 ed unica struttura rimasta nel castello della prima fase di costruzione di epoca angioina. La Cappella presenta un portale rinascimentale con rilievi (Natività e Madonna e Angeli di Andrea dell'Aquila e di Francesco Laurana), sormontato da un rosone, opera di Matteo Forcimanya appartenente alla scuola catalana.
All'interno si conservano pitture giottesche, avanzi decorativi attribuiti a Maso di Banco e un ciborio quattrocentesco di Iacopo della Pila. Vi sono, inoltre, custoditi altri cicli di affreschi del XIV secolo provenienti dal Castello del Balzo di Casaluce e il ciborio trecentesco di San Gennaro extra Moenia.
Particolare importanza la ricoprono le pregevoli sculture effettuate da artisti che lavorarono anche all'arco trionfale di Alfonso di Aragona (XV secolo). Le stesse sculture, risultano essere eccellenti esempi del Rinascimento napoletano. Le opere sono le due sculture di Francesco Laurana, entrambe Madonna in trono col Bambino. Una di queste, detta anche Madonna del passero, è proveniente da Sant'Agostino alla Zecca e fu fatta durante il primo soggiorno napoletano dell'artista. Tale opera si avvicina di più, nello stile, all'arco alfonsino fatto dallo stesso Laurana.
La seconda, invece, fu scolpita durante il secondo soggiorno dell'autore (1474) e fu fatta proprio per la cappella Palatina. Un'ulteriore scultura di primissimo ordine, infine, risulta essere quella di Domenico Gagini, allievo di Donatello e Brunelleschi: Tabernucolo con la Madonna e il Bambino.
L'interno fu affrescato, inoltre, anche da Giotto verso il 1330, che riprendeva le Storie del Vecchio e Nuovo Testamento. Il contenuto di questo ciclo d'affreschi è quasi interamente perduto anche se ve ne rimangono parti decorative negli sguanci delle finestre che ricordano quelli della cappella Bardi in Santa Croce a Firenze.
Sala dell'Armeria
La sala mostra reperti archeologici databili tra il I secolo a.C. ed il V. Sono infatti ivi presenti resti di una villa (probabilmente quella di Licinio Lucullo) e diverse sepolture risalenti al periodo in cui quell'area assunse il ruolo di necropoli (VI-XII secolo).
Primo livello
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Sale ricavate in rigoroso ordine cronologico si trovano al primo ed al secondo livello dell'ala sud-ovest del castello. Al primo piano è possibile ammirare un dipinto del Quattrocento proveniente da Sant'Eligio Maggiore (Madonna col Bambino e santi) e numerose tavole del Cinquecento e del Seicento.
Un'Adorazione dei Magi cinquecentesca venne eseguita per la "Cappella palatina" del castello da Marco Cardisco, seguendo la lezione di Raffaello: vi sono raffigurati i ritratti di Ferdinando I, Alfonso II e Carlo V al posto dei re magi.
Il Cristo e l'eterno Padre è opera di Fabrizio Santafede, fine e complessa nell'espressività dei personaggi, avvolti dal chiaroscuro che rinvia a modi caravaggeschi.
La maggior parte delle opere seicentesche provengono, dall'Annunziata, tra queste: la Crocifissione di Battistello Caracciolo, la Madonna in gloria di Paolo Finoglio, Abramo e i tre angeli di Pacecco De Rosa, una copia dell' Ercole e le figlie di Onfale di Bernardo Cavallino e molte tele di Luca Giordano, Mattia Preti, Paolo De Matteis, Andrea Malinconico e il Domenichino. La tela di Francesco Solimena, il Miracolo di San Giovanni di Dio, venne eseguita in occasione della canonizzazione del santo: per quest'opera l'artista si rifà agli affreschi della sacrestia di San Paolo Maggiore.
Al primo piano sono inoltre conservati oggetti in argento, che costituivano gran parte delle suppellettili della chiesa dell'Annunziata, tra cui spiccano candelieri di epoca barocca e il busto reliquiario di santa Barbara in argento, rame e legno intagliato.
Secondo livello
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Al secondo piano sono conservate opere dell'Ottocento e del Novecento, oggi di proprietà del Comune di Napoli, con circa 40 dipinti e alcune sculture di Vincenzo Gemito e Francesco Jerace, oltre al Prospetto della nuova strada fatta per il Real Passeggio nella Riviera di Chiaia di Carlo Vanvitelli.
Sono inoltre presenti opere di pittori post-unitari che trattano di temi patriottici e risorgimentali e di valori rivoluzionari improntati al coraggio e al sacrificio per l'Italia. Tra questi si annoverano: il bozzetto delle Stragi di Altamura di Michele Cammarano, dipinti del genere paesaggistico come Paesaggio autunnale di Federico Rossano e l'Ingresso di Garibaldi a Napoli il 7 settembre 1860 di Wenzel Franz. |
Supplemento Enciclopedico del MONITORE NAPOLETANO
Periodico mensile registrato presso il Tribunale di Napoli Num. 45 dell' 8 giugno 2011