Papa Francesco |
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266º Papa della Chiesa cattolica |
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Elezione |
13 marzo 2013 |
Motto |
Miserando atque eligendo |
Predecessore |
Papa Benedetto XVI |
Successore |
in carica |
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Nome |
Jorge Mario Bergoglio |
Nascita |
Buenos Aires, 17 dicembre 1936 |
Papa Francesco[N 1] (in latino: Franciscus, in spagnolo: Francisco, al secolo Jorge Mario Bergoglio[N 2]; Buenos Aires, 17 dicembre 1936) è dal 13 marzo 2013[2] il 266º vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica, 8º sovrano dello Stato della Città del Vaticano, primate d'Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice.
Di nazionalità argentina e appartenente ai chierici regolari della Compagnia di Gesù, è il primo pontefice di questo ordine religioso eletto al soglio di Pietro, nonché il primo proveniente dal continente americano.[3] È il primo papa dopo undici secoli, dai tempi di papa Lando, ad adottare un nome mai utilizzato da un predecessore (se si esclude Giovanni Paolo I, il quale unì i nomi dei suoi due immediati predecessori, Giovanni XXIII e Paolo VI) e il primo pontefice extraeuropeo dai tempi di Gregorio III, che fu papa nell'VIII secolo.
Biografia
Bergoglio nel 2008 durante la messa per la commemorazione della mediazione papale di Giovanni Paolo II nel Conflitto del Beagle avvenuta nel 1979.
Nato in una famiglia di origini italiane, specificamente piemontesi (il nonno Giovanni Angelo era nato in località Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, frazione di Asti non lontana da Portacomaro[4][5]), è il quarto dei cinque figli[6] di Mario, funzionario delle ferrovie salpato nel 1928 dal porto di Genova per cercare fortuna a Buenos Aires,[7] e di Regina Maria Sivori, una casalinga la cui famiglia materna era originaria di Santa Giulia di Centaura, frazione collinare di Lavagna in provincia di Genova.[8][9]
All'età di 21 anni, a causa di una grave polmonite, gli viene asportata la parte superiore del polmone destro. A quell'epoca, infatti, malattie polmonari come infezioni fungine o polmoniti erano curate chirurgicamente per la scarsità di antibiotici. Per questo fatto i vaticanisti lo esclusero dalla lista dei papabili durante il conclave della sua elezione, nella convinzione che il successore di Ratzinger dovesse essere giovane ed energico.[10]
Laureato in chimica all'Università di Buenos Aires,[11] si è mantenuto per un certo periodo facendo le pulizie in una fabbrica e poi facendo anche il buttafuori in un locale malfamato di Cordoba.[12][13] In base a quanto dichiarato dallo stesso, ha avuto anche una fidanzata prima di intraprendere la vita ecclesiastica.[14]
Decide di entrare nel seminario di Villa Devoto e l'11 marzo 1958 comincia il suo noviziato nella Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando a Buenos Aires in seguito, per laurearsi in filosofia nel 1963.[15] Dal 1964 insegna per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires.[16]
Riceve l'ordinazione presbiterale il 13 dicembre 1969[11] per l'imposizione delle mani dell'arcivescovo di Córdoba Ramón José Castellano.
Dopo altre esperienze di insegnamento e la nomina a superiore provinciale dell'Argentina (dal 31 luglio 1973 al 1979[16]) è rettore della Facoltà di teologia e filosofia a San Miguel. Nel 1979 partecipa al vertice della Celam (Consiglio Episcopale Latinoamericano) a Puebla ed è fra coloro che si oppongono decisamente alla teologia della liberazione, sostenendo la necessità che il continente latino-americano faccia i conti con la propria tradizione culturale e religiosa. Nel 1986 si reca in Germania per un periodo di studio alla "Philosophisch-Theologische Hochschule Sankt Georgen" di Francoforte sul Meno, con lo scopo di completare la tesi di dottorato, ma non consegue il titolo.[17] Ritornato in patria diventa direttore spirituale e confessore della chiesa della Compagnia di Gesù di Córdoba.
Bergoglio in un'immagine del 2008.
Ministero episcopale
Il 20 maggio 1992 papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare di Buenos Aires,[11] titolare di Auca. Riceve la consacrazione episcopale il 27 giugno 1992 per l'imposizione delle mani del cardinale Antonio Quarracino, arcivescovo di Buenos Aires, assistito dal vescovo Emilio Ogñénovich e dall'arcivescovo Ubaldo Calabresi.
Il 3 giugno 1997 è nominato arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Succede alla medesima sede il 28 febbraio 1998,[11] a seguito della morte del cardinale Antonio Quarracino. Diventa così primate d'Argentina. Dal 6 novembre dello stesso anno è anche ordinario per i fedeli di rito orientale in Argentina.
Il 21 febbraio 2001 Giovanni Paolo II, tenendo un concistoro ordinario pubblico per la creazione di quarantadue nuovi cardinali e la pubblicazione dei due cardinali riservati in pectore nel concistoro del 21 febbraio 1998, lo crea cardinale del titolo di San Roberto Bellarmino.
La presidente dell'Argentina Cristina Kirchner riceve l'arcivescovo Jorge Mario Bergoglio alla Casa Rosada nel 2007.
Dal 2005 al 2011 è a capo della Conferenza Episcopale Argentina.[11]
È inoltre consigliere della Pontificia Commissione per l'America Latina, gran cancelliere dell'Università Cattolica Argentina, presidente della Commissione episcopale per la Pontificia Università Cattolica Argentina, membro della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, membro della Congregazione per il Clero, membro della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, membro del Comitato di presidenza del Pontificio Consiglio per la Famiglia e membro del Consiglio post sinodale.
Durante il suo impegno come vescovo ha scelto uno stile di grande semplicità, spostandosi con i mezzi pubblici e rinunciando a vivere nella sede dell'Episcopato, a favore di un comune appartamento dove si cucinava da solo i pasti.[13]
Motto episcopale
Stemma cardinalizio
Il motto che compare nello stemma adottato da Bergoglio dopo sua ordinazione a vescovo è Miserando atque eligendo, espressione tratta da un'omelia di Beda il Venerabile, santo e dottore della Chiesa e traducibile come «[lo] guardò con misericordia (con sentimento di pietà) e lo scelse»:[18]
« Vidit, inquit, Iesus hominem sedentem in telonio, Matthaeum nomine, et ait illi: Sequere me. Vidit autem non tam corporei intuitus, quam internae miserationis aspectibus, [...] Vidit ergo Iesus publicanum, et quia miserando atque eligendo vidit, ait illi, Sequere me. » |
(Beda il Venerabile, Homelie[19]) |
Il testo di Beda è proposto nell'Ufficio delle letture il 21 settembre, festa di san Matteo apostolo:
« Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi" (Mt 9, 9). Vide non tanto con lo sguardo degli occhi del corpo, quanto con quello della bontà interiore. Vide un pubblicano e, siccome lo guardò con sentimento di amore e lo scelse, gli disse: "Seguimi". » |
(Dalle Omelie di san Beda il Venerabile, sacerdote (Om. 21; CCL 122, 149-151)[20]) |
Posizioni morali, sociali e su temi politici
L'omosessualità
Bergoglio ha espresso la sua posizione sulle "pratiche omosessuali", ribadendo l'insegnamento della Chiesa Cattolica e ritenendole "intrinsecamente immorali", sottolineando l'importanza di mantenere il rispetto per le persone omosessuali.[21] Nel 2010, in occasione della legge sostenuta dal governo argentino, volta a stabilire l'equivalenza tra matrimonio eterosessuale e unioni omosessuali, l'arcivescovo di Buenos Aires si è opposto al progetto, definendo la legge "una mossa del diavolo" e affermando che era in gioco l'identità e la sopravvivenza della stessa famiglia, composta da padre, madre e figli.[22][23] In una lettera alle Suore Carmelitane di Buenos Aires Bergoglio scrisse:[24][25][26]
« Il popolo argentino si troverà ad affrontare nelle prossime settimane, una situazione il cui esito può ferire gravemente la famiglia (...) il disegno di legge sul matrimonio per le persone dello stesso sesso. È in gioco l'identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. La posta in gioco è la vita di tanti bambini discriminati in anticipo poiché privati della crescita umana che Dio ha voluto essere data da un padre e da una madre. La posta in gioco è un rifiuto esplicito della legge di Dio, incisa nei nostri cuori. » |
Molti osservatori hanno ritenuto che la ferma opposizione della Chiesa e dell'allora arcivescovo di Buenos Aires ed il duro linguaggio utilizzato per l'occasione, fortemente contestato da molti politici, abbiano paradossalmente lavorato a favore del passaggio della legge.[27] Secondo diversi commentatori i funzionari della Chiesa Cattolica Romana avrebbero imparato da questa battaglia persa contro la legge sul matrimonio fra persone dello stesso sesso ad adottare un tono diverso nei dibattiti successivi su altri temi sociali, quali la maternità surrogata e la fecondazione assistita.[28][25]
Come strascico delle tensioni tra Bergoglio e la Casa Rosada a seguito delle critiche sulla legge sul matrimonio fra persone dello stesso sesso,[29] secondo alcuni quotidiani, il presidente argentino della Camera dei deputati, Julián Domínguez ed i deputati del suo blocco (Partito Giustizialista e Fronte per la Vittoria) si sono rifiutati di interrompere una cerimonia di commemorazione tenutasi in Parlamento per l'ex presidente venezuelano Hugo Chávez per salutare l'elezione del nuovo Papa.[30][31][32]
La teologia della liberazione
Negli anni settanta nel Sudamerica si ebbe un dibattito acceso sulla cosiddetta “teologia della liberazione”: Bergoglio non condivise le aperture di diversi membri importanti del suo ordine e assunse una posizione più moderata.[33]
Povertà e disuguaglianza economica
Il cardinal Bergoglio a Buenos Aires il 18 aprile 2012 stringe la mano al politico argentino Mauricio Macri
In una riunione dei vescovi latino-americani nel 2007 Bergoglio dichiarò: "Noi viviamo nella parte di mondo ove esistono le maggiori disuguaglianze, tra i paesi che economicamente sono cresciuti di più, ma nei quali la miseria è stata ridotto in misura minima" aggiungendo "Persiste un'ingiusta distribuzione dei beni, la qual cosa crea una situazione sociale che grida al cielo e limita le possibilità di una vita più piena da parte di tanti nostri fratelli".[34]
Il 30 settembre 2009, Bergoglio parlando a un convegno organizzato dall'Università gesuita del Salvador a Buenos Aires, presso il Palace Hotel Alvear, il cui titolo era "Las deudas sociales de nuestro tiempo" ("i debiti sociali del nostro tempo") citò un documento redatto nel 1992 da parte della Conferenza Episcopale Latino-americana ("Documento de Santo Domingo")[35] in cui si afferma che "la povertà estrema e le strutture economiche ingiuste che causano grandi disuguaglianze" sono violazioni dei diritti umani.[36][37] Bergoglio continuò la sua relazione descrivendo il debito sociale come "immorale, ingiusto e illegittimo",[38] specialmente nel verificarsi in una nazione che possiede le condizioni economiche necessarie per evitare i danni della povertà. Egli reclamò una risposta "etica culturale e solidale per saldare il debito sociale nei confronti di milioni di argentini, per lo più bambini e giovani, affermando che è imperativo lottare per cambiare le condizioni strutturali, le attitudini personali o corporative che generano questo situazione.
Nel corso di uno sciopero di 48 ore tenutosi a Buenos Aires (sciopero indetto per la decisione del Presidente Fernando De la Rua's di tagliare i salari e le pensioni dei dipendenti pubblici del 13%), Bergoglio predicando nella chiesa di San Cayetano, il santo patrono del lavoro e del pane, osservò la differenze esistente tra "poveri che sono perseguitati quando chiedono di poter lavorare, e le persone ricche che ricevono applausi per essersi sottratti alla giustizia".[39]
Nell'anno 2002, in piena crisi economica dell'Argentina, Bergoglio criticò aspramente la classe politica al potere, dicendo: "Non dobbiamo tollerare il triste spettacolo di coloro che non sanno più come mentire e si contraddistinguono per il tentativo di mantenere i loro privilegi, la loro avidità, e la loro ricchezza guadagnata con disonestà.[40][41] Bergoglio proseguì pregando Dio affinché coloro che hanno responsabilità dirigenziali comprendessero che il vero potere è al servizio degli altri e affinché gli argentini affrontassero con coraggio la ricostruzione del loro paese.[41] Le osservazioni dell'arcivescovo si conclusero con una critica alla "assuefazione alla povertà".[42] Molti commentatori hanno sottolineato come sia evidente in diversi suoi interventi e commenti del tempo l'opposizione di Bergoglio al governo Kirchner.[43][44][45][46]
Amministrazione dei sacramenti
Nel Documento di Aparecida, una dichiarazione congiunta dei vescovi dell'America Latina, l'allora cardinale Bergoglio si espresse circa il merito dei singoli di ricevere l'Eucaristia. Il testo al punto 436 afferma che "Dobbiamo rispettare la coerenza eucaristica, vale a dire essere a conoscenza del fatto che non possono accedere alla Santa Comunione e allo stesso tempo agire con fatti o parole contro i comandamenti, soprattutto quando favoriscono l'aborto, l'eutanasia e altri gravi delitti contro la vita e la famiglia. Questa responsabilità pesa in particolare sui legislatori, i governanti e gli operatori sanitari".[47][48] Inoltre pare che sia favorevole alla amministrazione dell'Eucarestia ai fedeli divorziati o separati.[49]
Il cardinale Bergoglio ha aspramente criticato, perché "allontanano il popolo di Dio dalla salvezza", alcuni sacerdoti di Buenos Aires che si sono rifiutati di battezzare i bambini nati da coppie non sposate o figli di madri nubili.[50]
Aborto, eutanasia e pratiche anticoncezionali
Il cardinale Bergoglio, conformemente alla posizione ufficiale della Chiesa su questi temi, ha invitato il clero e i laici ad opporsi all'aborto e all'eutanasia, ritenendo i movimenti politici ad essi favorevoli espressione di una "cultura della morte".[51]
Secondo il quotidiano britannico The Guardian, avrebbe una visione un po' più pragmatica sull'uso di contraccettivi, credendo che possono essere ammissibili per prevenire la diffusione di malattie,[52] anche se si è opposto alla loro distribuzione gratuita, proposta dal Governo Kirchner, in Argentina.[53]
Il conclave del 2005
Il cardinale Bergoglio era considerato uno dei candidati più in vista per l'elezione a pontefice nel conclave del 2005;[54] secondo la ricostruzione del conclave raccolta dal vaticanista Lucio Brunelli sulla base del diario di un cardinale elettore, Bergoglio fu il cardinale più votato dopo Ratzinger.[55] Pur se tradizionalmente il presule aveva sempre rifiutato incarichi di un certo peso nella curia romana, anche i cardinali che votarono per Carlo Maria Martini puntavano sul porporato argentino, che poteva contare sui voti di quasi tutti i cardinali provenienti dall'America Latina.[55]
Al secondo scrutinio i voti per Ratzinger aumentarono rispetto al primo, ma anche Bergoglio ottenne un numero di preferenze non trascurabile: i sostenitori di Bergoglio miravano a fargli ottenere 40 voti.[56][55] Al terzo scrutinio a Ratzinger mancavano pochissimi voti per essere eletto:[55] diversi cardinali del blocco di Bergoglio, allo scrutinio successivo, diedero a Ratzinger i voti che gli mancavano per l'elezione.[54]
Il pontificato
Elezione a sommo pontefice
Il nuovo pontefice Francesco si affaccia alla loggia il giorno della sua elezione.
La sera del 13 marzo 2013, al quinto scrutinio, è eletto papa assumendo il nome di Francesco[57] in onore di san Francesco d'Assisi.[58]
È il primo papa ad assumere tale nome, il primo gesuita a diventare papa ed il primo pontefice proveniente dal continente americano[59] (e dall'emisfero australe).
« Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui. Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca. E adesso, incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi. [...] E adesso vorrei dare la Benedizione, ma prima – prima, vi chiedo un favore: prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo, chiedendo la Benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me. [...] » |
(Il primo messaggio pubblico di papa Francesco[2]) |
13 Marzo 2013 - Discorso dell'Elezione a Pontefice Massimo
Nel suo primo discorso pubblico come papa, dopo aver salutato affettuosamente la folla con un cordiale e semplice "buonasera", ha chiesto di pregare per Benedetto XVI, recitando insieme a tutti i fedeli la preghiera del Padre Nostro, dell'Ave Maria e del Gloria al Padre. In seguito ha ricordato lo stretto legame tra il papa e la Chiesa di Roma, «che presiede nella carità tutte le Chiese», con un riferimento implicito alle parole introduttive della Lettera ai Romani di Ignazio di Antiochia.[60] Ha poi chiesto ai fedeli di pregare anche per lui,[59] sottolineando questo momento chinando il capo e rimanendo in silenzio per qualche istante. Anche in questo caso, si può cogliere un riferimento implicito al rito di ordinazione episcopale descritto dalla Tradizione apostolica di Ippolito di Roma risalente all'inizio del III secolo, in cui spicca il richiamo al silenzio e la preghiera del popolo convenuto affinché le Spirito Santo discenda sul vescovo neoeletto.[61] Papa Francesco ha impartito poi la benedizione Urbi et Orbi[62] senza l'abito corale e senza le tradizionali scarpe rosse preparate nella sacrestia della cappella Sistina dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie Guido Marini e previsto per l'occasione, ma indossando solo l'abito talare bianco, con la croce pettorale di ferro che utilizzava da vescovo.[63] Solo al momento della benedizione il nuovo pontefice ha indossato la stola, che poi ha subito tolto.[64] Dopodiché, prima di congedarsi, ha nuovamente salutato i fedeli in piazza San Pietro, ringraziandoli per la loro accoglienza.
Il giorno seguente, padre Federico Lombardi, incontrando la stampa accreditata, ha raccontato che il neo-pontefice, subito dopo l'elezione, nel ricevere l'omaggio di tutti i cardinali nella cappella Sistina, ha preferito stare in piedi piuttosto che utilizzare il tronetto a disposizione.[65]
Il pomeriggio del 14 marzo Francesco ha concelebrato insieme ai cardinali elettori la missa pro Ecclesia nella Cappella Sistina. Ha scelto di proclamare l'omelia, improvvisata al momento, dall'ambone invece che ex cathedra, e di non utilizzare l'altare fisso della cappella, ma un altare mobile versus populum.[66]
La scelta del nome pontificale
Festeggiamenti per l'elezione di Bergoglio davanti alla cattedrale metropolitana di Buenos Aires.
Il 16 marzo Francesco ha spiegato, in occasione del suo incontro con i giornalisti nell'Aula Paolo VI, le ragioni della scelta del suo nome pontificale:[67]
« Nell'elezione, io avevo accanto a me l'arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il Clero, il cardinale Cláudio Hummes. Quando la cosa diveniva un po' pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l'applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: "Non dimenticarti dei poveri!". E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d'Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l'uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d'Assisi. È per me l'uomo della povertà, l'uomo della pace, l'uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? È l'uomo che ci dà questo spirito di pace, l'uomo povero... Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri![68] » |
16 marzo 2013 Incontro con la stampa in Vaticano
Il 17 marzo, durante il suo primo angelus, ha inoltre precisato che, scegliendo il nome del patrono d'Italia, "rafforza" il suo "legame spirituale" con l'Italia.[69]
17 Marzo 2013 Primo Angelus di Papa Francesco
19 Marzo 2013 Prima della Messa di Inizio Pontificato, il Papa ferma la Jeep ed abbraccia un disabile
Lo stemma papale
Lo stemma scelto dal pontefice è lo stesso scelto al momento della sua consacrazione episcopale, fatti salvi i simboli della dignità pontificia, uguali a quelli impiegati nello stemma di Papa Benedetto XVI, quali la mitra (al posto della tiara) posta tra due chiavi una d'oro e una d'argento, passate in decusse accollate allo scudo e legate di rosso. Rispetto allo stemma di Benedetto XVI è assente il pallio, mentre è presente, collocato tra le estremità dei cordoni rossi che passano all'interno dei passachiave, il motto del papa (lo stesso usato da vescovo), in forma di semplice scritta; le lame e i passachiave delle chiavi hanno inoltre una forma più squadrata.
Lo scudo è azzurro che in araldica simboleggia, a causa della sua relazione con il cielo, tutte le virtù più elevate e, tra quelle spirituali, devozione, fedeltà, castità, giustizia, santità.
La forma dello scudo è di tipo spagnolo o fiammingo costituito da un quadrato cui si aggiunge un semicerchio in basso. Al suo interno sono posti in alto centralmente (punto d'onore A) l'emblema araldico della Compagnia di Gesù con un disco raggiante e fiammeggiante caricato dalle lettere IHS, il monogramma di Cristo. La lettera H è sormontata da una croce; in punta, i tre chiodi della Passione. In basso a sinistra (canton destro della punta[N 3]) una stella a cinque punte d'oro che simboleggia la Vergine Maria e a destra (canton sinistro della punta) un fiore di nardo d'oro che simboleggia San Giuseppe.[70]
La messa inaugurale del ministero petrino
La celebrazione di inaugurazione del ministero petrino di vescovo di Roma si è tenuta il 19 marzo 2013 nella piazza antistante la basilica di San Pietro, in presenza di oltre 130 delegazioni estere ufficiali. All'inizio della celebrazione il papa ha ricevuto l'anello piscatorio in argento dorato, disegnato dall'artista Enrico Manfrini, per le mani del cardinale decano Angelo Sodano, mentre il cardinale protodiacono Jean-Louis Pierre Tauran gli ha imposto il sacro pallio, già indossato da papa Benedetto XVI.
Controversie
L'Argentina è stata governata dal 1976 al 1983 da una regime dittatoriale e questo ha aperto un dibattito sui rapporti che Bergoglio (che, all'epoca, era Provinciale dei Gesuiti argentini) ha intrattenuto con i governanti in quegli anni. Sebbene si sia adoperato per salvare persone dalle torture,[71] egli fu accusato dall'avvocato Marcello Parrilli[72] di avere avuto responsabilità in relazione al rapimento, nel 1976, di due suoi sacerdoti gesuiti ostili al regime, Orlando Yorio e Francisco Jalics.[73][74] Le accuse, tuttavia, sono in seguito cadute.[74][75] In relazione a questa vicenda,[76] Bergoglio ha testimoniato di aver incontrato Emilio Massera e Jorge Videla con l'obiettivo di ottenere la liberazione dei due religiosi.[74][77] L'episodio è citato in un libro scritto da un giornalista investigativo ed ex militante del gruppo guerrigliero di estrema sinistra dei Montoneros, Horacio Verbitsky, pubblicato nel 2005.[78][79] A livello mediatico l'ipotesi è stata risollevata dopo l'elezione di Bergoglio a pontefice, ed anche Verbitsky ha espresso pubblicamente la preoccupazione e la frustrazione di quanti, in Argentina, sono estremamente critici nei confronti dell'operato di Bergoglio al tempo della Guerra sporca e delle posizioni da lui assunte in seguito.[80]
La Santa Sede ha respinto tutte le accuse, dichiarandole provenienti da una "sinistra anticlericale", con riferimento al libro di Verbitsky, sostenendo che mai vi furono accuse credibili nei confronti di Bergoglio (che fu soltanto interrogato come persona informata dei fatti senza essere imputato) e che egli le negò in modo documentato.[81]
Pérez Esquivel, che ha vinto il premio Nobel per la Pace per le denunce contro gli abusi della dittatura militare, ha difeso Bergoglio dalle accuse di complicità.[82][83][84] Anche il presidente dell'Associazione 24 marzo, Jorge Ithurburu, ha preso posizione smentendo le ipotesi di collusione del nuovo papa con il regime.[85][86][87][88] Perplessità, invece, sono arrivate dall'attivista argentina Estela de Carlotto, presidente dell'associazione Nonne di Plaza de Mayo.[85]
Nel 2011 Bergoglio è stato chiamato a testimoniare anche in relazione al cosiddetto "robo de bebés" ("furto di bambini"), ovvero la pratica di sequestrare e occultare l'identità dei figli dei desaparecidos, attuata sistematicamente durante la dittatura.[74][89]
Onorificenze
Onorificenze della Santa Sede
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Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo |
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Gran Maestro dell'Ordine dello Speron d'Oro |
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Gran Maestro dell'Ordine Piano |
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Gran Maestro dell'Ordine di San Gregorio Magno |
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Gran Maestro dell'Ordine di San Silvestro Papa |
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Pubblicazioni
- Meditaciones para religiosos (in spagnolo), 1982.
- Reflexiones sobre la vida apostólica (in spagnolo), 1986.
- Reflexiones en esperanza (in spagnolo), Buenos Aires, Ediciones Universidad del Salvador, 1992, pp. 351.
- Diálogos entre Juan Pablo II y Fidel Castro (in spagnolo), Buenos Aires, Ciudad Argentina, 1998, pp. 144. ISBN 978-987-507-074-5
- Hambre y sed de justicia. Desafíos del Evangelio para nuestra patria (in spagnolo), Buenos Aires, Editorial Claretiana, 2001, pp. 96. ISBN 978-950-512-427-5
- Educar exigencia y pasión. Desafíos para educadores cristianos (in spagnolo), Buenos Aires, Editorial Claretiana, 2003, pp. 192. ISBN 978-950-512-457-2
- Ponerse la patria al hombro (in spagnolo), Buenos Aires, Editorial Claretiana, 2004, pp. 144. ISBN 978-950-512-558-6
- Corrupción y pecado. Algunas reflexiones en torno al tema de la corrupción (in spagnolo), Buenos Aires, Editorial Claretiana, 2005, pp. 48. ISBN 978-950-512-572-2
- La nación por construir. Utopía, pensamiento y compromiso (in spagnolo), Buenos Aires, Editorial Claretiana, 2005, pp. 80. ISBN 978-950-512-546-3
- Sobre la acusación de sí mismo (in spagnolo), Buenos Aires, Editorial Claretiana, 2006, pp. 48. ISBN 978-950-512-549-4
- El verdadero poder es el servicio (in spagnolo), Buenos Aires, Editorial Claretiana, 2007, pp. 368. ISBN 978-950-512-628-6
- Las deudas sociales de nuestro tiempo (in spagnolo), Buenos Aires, Ciudad Argentina, 2009, pp. 16. ISBN 978-987-507-346-3
- Educar, elegir la vida. Propuestas para tiempos difíciles (in spagnolo), Buenos Aires, Editorial Claretiana, 2010, pp. 176. ISBN 978-950-512-541-8
- Reflexiones sobre solidaridad y desarrollo (in spagnolo), Buenos Aires, Ciudad Argentina, 2010, pp. 18. ISBN 978-987-507-352-4
- con Abraham Skorka, Sobre el cielo y la tierra (in spagnolo), Buenos Aires, Editorial Sudamericana, 2010, pp. 224. ISBN 978-950-07-3293-2
- Mente abierta, corazón creyente (in spagnolo), Buenos Aires, Editorial Claretiana, 2012, pp. 240. ISBN 978-950-512-778-8
- Rehabilitación de la política y compromiso cristiano (in spagnolo), pp. 48. ISBN 978-987-24178-0-2
Note
Annotazioni
- ^ Il nome del Papa è semplicemente "Francesco"; ciononostante, al momento dell'elezione, alcuni mass media lo hanno designato come "Francesco I" (tra questi, è possibile citare la Radio VaticanaHabemus Papam, cardinalem Bergoglio, François 1er). In seguito, per evitare fraintendimenti, il direttore della Sala stampa della Santa Sede Federico Lombardi ha affermato che il Papa si chiamerà ufficialmente Francesco I solo quando uno dei suoi successori prenderà la decisione di chiamarsi Francesco II.François Ier ou François ?
- ^ Rimanendo fedeli alla fonetica italiana, il cognome di Papa Francesco si pronuncia [beɾˈgɔʎːo], avendo una "l" laterale approssimante palatale (anche il cardinale Jean-Louis Pierre Tauran ha adoperato questa dizione quando ha dato l'Habemus Papam). Stando alle regole fonetiche argentine, tuttavia, la corretta pronuncia è [βerˈɣoɣljo].
- ^ In araldica, i concetti di sinistra e destra sono definiti rispetto a chi porta lo scudo.
Fonti
- ^ Stemma del Santo Padre Francesco: spiegazione dello scudo e del motto Miserando atque eligendo. Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, 18 marzo 2013. URL consultato in data 18 marzo 2013.
- ^ a b Annuntio vobis gaudium magnum; habemus Papam Franciscum. vatican.va, 13 marzo 2013. URL consultato in data 13 marzo 2013.
- ^ Papa Francesco, chi è Jorge Mario Bergoglio primo pontefice sudamericano della storia. la Repubblica, 13 marzo 2013. URL consultato in data 14 marzo 2013.
- ^ Elisa Ferrando. Jorge Mario Bergoglio è il nuovo papa Francesco ha radici astigiane. La nuova provincia, 13 marzo 2013. URL consultato in data 16 marzo 2013.
- ^ Le origini astigiane del nuovo Papa. Campane a festa nelle chiese astigiane all'annuncio. La Stampa.it (Asti), 13 marzo 2013. URL consultato in data 14 marzo 2013.
- ^ Jorge Mario Bergoglio, Francesco I "Vengo quasi dalla fine del mondo". La Stampa, 13 marzo 2013. URL consultato in data 14 marzo 2013.
- ^ Il padre di Papa Francesco salpò da Genova nel 1928 per Buenos Aires. Primocanale, 14 marzo 2013. URL consultato in data 15 marzo 2013.
- ^ Papa Francesco. Probabili origini liguri per il Papa che viene da lontano. ZenaZone, 15 marzo 2013. URL consultato in data 16 marzo 2013.
- ^ Francesco, Papa “lavagnese”
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- ^ Nelle ore immediatamente successive all'elezione i media hanno spesso utilizzato il nome di "Francesco I". Il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha in seguito precisato che il papa è «Francesco, non Francesco I: non ce n'è stato un altro, il prossimo si potrà chiamare Francesco II, ma questo Papa è Francesco e basta» (v. Papa: Lombardi: Non è Francesco I ma semplicemente Francesco (Città del Vaticano), La Stampa, 14 marzo 2013. URL consultato in data 14 marzo 2013.)
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- ^ Cfr. Lettera ai Romani di Ignazio di Antiochia.
- ^
(LA) « Episcopus ordinetur electus ab omni populo [...] conueniet populum una cum praesbyterio et his qui praesentes fuerint episcopi [...] Omnes autem silentium habeant, orantes in corde propter discensionem spiritus » |
(IT) « Si ordini il vescovo eletto da [ovv. «scelto tra»] tutto il popolo [...] si riunisca il popolo con il clero ed i vescovi presenti [...] E ciascuno osservi il silenzio, pregando in cuor suo per la discesa dello Spirito » |
(Ippolito di Roma, Tradizione apostolica, cap. 2) |
- ^ Il primo saluto del Papa. Avvenire, 13 marzo 2013. URL consultato in data 13 marzo 2013.
- ^ Papa Francesco ha preso subito il minibus per tornare
- ^ Paola Pica. L'argentino Bergoglio è Papa Francesco:«Vengo dalla fine del mondo...». Corriere della Sera (Città del Vaticano). URL consultato in data 13 marzo 2013.
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- ^ Video della dichiarazione Papa: «Come vorrei una Chiesa povera» E spiega perché ha scelto il nome Francesco (con video). Repubblica, 16 marzo 2013.
- ^ Discorso di Papa Francesco nell'udienza ai rappresentanti dei media, vatican.va, 16 marzo 2013.
- ^ Le parole del Papa alla recita dell'Angelus, vatican.va, 17 marzo 2013.
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- ^ Sul caso, per il quale non è mai stato formalmente incriminato ((ES) Abogado de DDHH argentino: La justicia tiene abierta una causa contra el papa Francisco. ADN Radio, 13 marzo 2013.), il prelato è stato chiamato a testimoniare dal tribunale di Buenos Aires durante il processo ESMA nel 2010
- ^ (ES) Ante la Justicia, Bergoglio declaró que les pidió a Videla y Massera por la liberación de los sacerdotes secuestrados. Radio Continental, 8 novembre 2010. URL consultato in data 14 marzo 2013.
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- ^ Papa: Perez Esquivel, false accuse su collusioni, 14 marzo 2013.
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- ^ Ithurburu: continguità tra Bergoglio e dittatura? «Non c'è traccia», 14 marzo 2013.
- ^ Papa Francesco, associazione 24 marzo: “Non ha colpe. Preti furono liberati”, 14 marzo 2013.
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Collegamenti esterni
Elezione a Sommo Pontefice
La sera del 13 marzo 2013 è stato eletto papa assumendo il nome di Francesco.
È il primo papa ad assumere tale nome, il primo gesuita a divenire papa e il primo pontefice sudamericano.
Nel suo primo discorso nelle vesti di vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica ha chiesto ai fedeli di pregare per lui.
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