Lista degli appartenenti alla P2 |
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Lunedì 24 Giugno 2013 10:12 | |||
Questa lista di nomi e cognomi fu trovata il 17 marzo 1981 nella fabbrica la "Giole", di proprietà di Licio Gelli, a Castiglion Fibocchi presso Arezzo dai magistrati durante le indagini sul presunto rapimento di Michele Sindona. L'elenco fu reso pubblico dalla presidenza del Consiglio solo il 21 maggio 1981[1][2][3][4].
La relazione della commissione parlamentare d'inchiesta (vedi fonte), redatta ai presidenti della Camera e del Senato il 12 luglio 1984, asseriva che:
La commissione parlamentare Anselmi e i successivi processi portarono a scoprire che alcune delle persone i cui nomi comparivano sulla lista erano tuttavia iscritti alla loggia P2 da prima della gestione Gelli e molte delle persone presenti nella lista negarono la loro partecipazione alla loggia massonica o sostennero di essere stati iscritti da conoscenti a loro insaputa. Inoltre nell'elenco stesso è specificato che 49 affiliati si erano posti "in sonno" (si erano, cioè, dimessi dalla massoneria), e 22 erano passati ad altre logge. L'affiliazione di Publio Fiori è stata esclusa con sentenza del Tribunale di Roma nel 2001.
Altre liste, per un totale di 550 nomi (di cui 180 circa ricompaiono nell'elenco dei 962 precedenti), comprensivi degli affiliati che Gelli aveva provveduto a "riconsegnare" al Grande Oriente d'Italia sino al 6 ottobre 1976, furono prodotte in aula dal deputato socialdemocratico Costantino Belluscio, in data 1 luglio 1981[5]. Fu avanzata dalla Commissione Anselmi l'ipotesi che la lista trovata a Villa Wanda non fosse l'elenco completo degli aderenti, e che molti altri importanti personaggi iscritti alla P2 siano riusciti a non restare coinvolti nelle indagini successive alla scoperta della lista.
Nella ricostruzione della Commissione d'inchiesta, ai circa mille della lista trovata sarebbero da aggiungere i presunti appartenenti a quel vertice occulto di cui Gelli sarebbe stato l'anello di congiunzione con la loggia. Lo stesso Gelli, in un'intervista del 10 luglio 1976 rilasciata al settimanale L'Espresso[6], aveva parlato circa di duemilaquattrocento iscritti, comprendendo nel conteggio anche gli stranieri. In un libro-intervista pubblicato nel 2006, l'ex "Venerabile" continuò a rimanere nel vago, limitandosi a ribadire che quello sequestrato a Villa Wanda non era che un "brogliaccio", e che egli stesso aveva provveduto a distruggere gli originali durante la fuga a Caracas[7].
Tra le 962 persone inserite nell'elenco vi erano i nomi di 44 parlamentari, 2 ministri dell'allora governo, un segretario di partito, 12 generali dei Carabinieri, 5 generali della Guardia di Finanza, 22 generali dell'esercito italiano, 4 dell'aeronautica militare, 8 ammiragli, vari magistrati e funzionari pubblici, i direttori e molti funzionari dei vari servizi segreti, diversi giornalisti ed imprenditori. La lista è riportata quindi a scopo documentale, non probatorio, e non entra nel merito delle presunte affiliazioni in considerazione anche del fatto che molti dei personaggi inclusi nell'elenco hanno sempre professato la loro estraneità e hanno negato l'appartenenza alla loggia segreta.[8]
A
B
C
D
E
F
G
H
I
K
L
M
N
O
P
Q
R
S
T
U
V
W
Z
Dettagli sulla lista
È da notare il capillare radicamento della struttura P2 nel territorio italiano con 2 o 3 iscritti per 35 delle attuali 110 province italiane: Torino, Milano, La Spezia, Livorno, Roma, Bari, Ravenna, Firenze, Pistoia, Cosenza, Palermo, Cagliari, Siena, Brescia, Ancona, Venezia, Catanzaro, Genova, L'Aquila, Trieste, Potenza, Novara, Arezzo, Bologna, Piacenza, Udine, Messina, Pisa, Reggio Emilia, Reggio Calabria, Forlì e Cesena, Savona, Brindisi, Trapani, Perugia, Teramo.
A conferma del radicamento nel territorio la presenza in 16 delle 20 regioni italiane: Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Liguria, Toscana, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia, Sardegna, Umbria.
Elenco per categorie lavorative degli iscritti
Note
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