Scienza, Filosofia e Laicità: queste sconosciute in Italia |
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Scritto da Giancarlo Nobile |
Venerdì 23 Settembre 2011 21:24 |
Prima di iniziare il mio ragionamento voglio consigliarvi un libro, siamo d’altronde in una bella libreria. Vi consiglio, dunque, La scimmia nuda di Desmond Morris edizioni Bompiani. Perché questo testo? Oltre ad essere un gradevole libro e un piacevole nutrimento per i vostri cervelli curiosi, sì perché se siete qui è perché siete curiosi, esso darà una, nuova, inusitata, interpretazione della vostra personale visione della realtà che vi circonda e nuove prospettive alla vostra esistenza.
Il libro ha anche delle valenze particolari esso è l’ultimo libro messo ufficialmente all’indice dalla Chiesa cattolica nella metà del '900, l’ultimo ad avere la sentenza libri et scripta omnia prohibentur ed è anche l’ultimo atto anch’esso ufficiale della ape war della guerra delle scimmie iniziata nel 1871 con la pubblicazione da parte di Charles Darwin del libro The descend of man, and Selection in Relation to sex ovvero l’Origine dell’Uomo. Questa guerra nelle altre nazioni europee, ormai pienamente laicizzate, è finita: religione, politica, scienza e filosofia navigano nei loro ambiti senza combattersi a volte borbottando a volte ignorandosi e a volte aiutandosi vicendevolmente. In Italia questo non avviene, questo è l’ultimo caposaldo ove si combatte una guerra ormai terminata, siamo come i giapponesi nella giungla che combattono una guerra solo immaginaria, anche se comporta ancora dolore per tante persone. Le ultime battaglie sono state, facendo perdere la laicità, la sconfitta parlamentare per il divorzio breve e quella gravissima per la vergognosa, fideistica e dogmatica legge della procreazione assistita. Questa nostra nazione anche se largamente laicizzata rimane prigioniera di un potere politico che viene influenzato e manipolato, come ignari burattini, dalla gerarchia religiosa e da un mix di non-scienziati e non-filosofi. Ragioniamo brevemente per capirci meglio. Prima di tutto che cosa è la scienza? La scienza è quel corpo di conoscenze che descrive, definisce e, quando possibile, spiega l’universo, la materia che lo costituisce, gli organismi che lo abitano, le leggi fisiochimiche che lo formano e lo governano. Queste conoscenze si strutturano tramite un processo d’intuizione, speculazione, sperimentazione. Poi che cosa è la filosofia? La filosofia è l’arte di formare, di inventare, di fabbricare concetti – tenendo presente che il concetto non è qualche monolite ma ha varie sfaccettature, varie interpretazioni. Descartes, Hegel, Schopenhauer, Arendt non solo non iniziano dallo stesso concetto, ma non hanno lo stesso concetto d’inizio. Dunque il concetto è sfaccettato e per questo diviene dialogico chiede risposte e le risposte sono altri concetti. Per tale ragione la filosofia e la scienza sono complementari: la scienza cerca di dare risposte, non verità, utilizzando il linguaggio logico-matematico, la filosofia fornisce domande nel suo linguaggio logico-formale. La filosofia spiana la strada ove la scienza costruisce le sue ipotesi e le sue teorie. Ambedue per la loro peculiarità abitano alla periferia della piattaforma umana, cercando di allargarla, ambedue sono sempre agli estremi. Che cosa è la piattaforma umana? E’ quell’interpretazione del mondo che abbiamo singolarmente e in gruppo, sono i paradigmi culturali che definiscono la nostra esistenza, sono i livelli intrecciati delle nostre conoscenze, sono l’insieme delle “endosfere” umane che compongono la peculiare esosfera umana. La piattaforma umana la possiamo configurare, certamente in modo improprio ma efficace per il ragionamento, come un cerchio costituito da un insieme di tre mondi concentrici indicati da Karl Popper in la società aperta: il mondo 1 il mondo fisico, il mondo 2 il mondo delle nostre esperienze e il mondo 3 il mondo dei prodotti dello spirito umano. Ecco, in questa piattaforma possiamo porci in due atteggiamenti, tutte e due legittimi: quelli di chiusura e o apertura. Quelli che indico come non-filosofi e quelli che definisco non-scienziati si pongono tra il mondo 1 e il mondo 2 della piattaforma umana si avvinghiano ad una verità e salmodiano senza nessuna logica come mi è capitato di leggere su un libro di Zichicchi la frase tipo: Se la scienza mette in discussione i principi della fede è la fede che ha sempre e comunque la verità oppure Augusto del Noce che asseriva ...che la verità è data da Cristo e la ricerca deve partire da quella verità per ritornarvi fecondata dal mistero della fede.
Sono personaggi che vanno per la maggiore in Italia. I loro seguaci di Comunione & Liberazione sono al governo in questo paese. Non vi è qui la ricerca come intuizione, speculazione e sperimentazione, non vi è costruzione di poliedrici concetti ma pedissequa ricerca di metafisici universali. Il filosofo invece è un irregolare, è un viaggiatore, è un uomo che cerca la verità tra mille verità, non può discendere la sua ricerca da una struttura monolitica e da una verità assoluta. Non può mettersi al centro della piattaforma umana e dispensare verità assolute. Si potrebbe affermare che sono casi limite. Bene allora osserviamo cosa dice il massimo filosofo d’Italia Benedetto Croce, che oltre a proclamare che la scienza è qualcosa di secondario in La Critica del 1939 nel capitolo ‘La natura come storia da noi scritta così distrugge la teoria dell’evoluzione: Ma certo convertire la preistoria in istoria non è cosa frequente né lavoro da ognuno; se abbiamo voluto mostrare con riferimento a Vico in che veramente consista questa conversione, è stato isgombrare l’illusione che basti, come nei manuali e nelle Storie Universali, mettere innanzi alla storia orientale una sezione di ‘preistoria’ magari preceduta da un’altra storia ‘della natura’ o della ‘terra’:
Prologo che vivifica l’intelletto, ma mortifica l’animo, il quale alla storia chiede la nobile visione delle lotte umane e nuovo alimento all’entusiasmo morale, e riceve invece l’immagine di fantastiche origini animalesche e meccaniche dell’umanità e con essa un senso di sconforto e di depressione e quasi di vergogna a trovarci noi discendenti da questi antenati e sostanzialmente a loro simili, nonostante le illusioni e le ipocrisie della civiltà, brutali come loro.
Non così verso gli antenati che ci insegna il Vico, e che egli pur chiama ‘bestioni’, i quali hanno in fondo al cuore una favilla divina, e se Dio temono, e a lui pongono are, per lui sentono svegliarsi il pudore e fondono i matrimoni e le famiglie, e seppelliscono i morti corpi, e per quella favilla divina creano il linguaggio e la poesia e la prima scienza che è il mito. In tal guisa la preistoria, deve accade che sua innalza veramente a storia, ci mantiene dentro l’umanità e non ci fa ricascare naturalismo e materialismo. Questo è il pensiero del massimo filosofo italiano, Italia che ha pur dato i natali a grandi scienziati, grandi pensatori ma che purtroppo sono state gemme isolate e combattute. Mentre l’Europa si apriva, con feroci contrasti, alla modernità nel 1600 noi aprivamo il secolo con il rogo di Giordano Bruno. Cosa sarebbe avvenuto di un Baruch Spinosa e il suo Deus sive Natura o di un Mantaigne, che poggia il suo Essais sulle riflessioni sul pensiero di Epicuro specialmente tramite il De Rerum Natura di Lucrezio e non solo sul pensiero della scuola cinica e sulla filosofia stoica se fossero vissuti in Italia? Lascio a voi immaginarlo. In Italia la modernità non si è mai affermata con la sua rivoluzione del pensiero razionale e la responsabilizzazione che comporta, abbiamo avuto, invece, la sua parodia con il modernismo, col trionfo dell’irresponsabile apparenza, con l’alto consumo d’oggetti, del delegare tutto ad un taumaturgo, ad un gran capo, ad un fiat miracolistico. Ma vediamo le cose più vicine a noi e che influenzano ancora la nostra vita sociale e politica, il novecento si aprì in Italia con due grandi della filosofia politica Antonio Gramsci e Piero Gobetti: uno fu chiuso in galera fino a farlo morire, l’altro fu massacrato con manganellate che lo portarono alla morte. Abbiamo avuto grandi matematici come Ettore Majorana e Caccioppopli uno sparì misteriosamente e l’atro si è suicidato. Abbiamo avuto una delle scuole di fisica più importanti del mondo con Enrico Fermi con i sui discepoli di Via Panisperna: dispersi, fuggiti. I premi Nobel per le scienze italiani hanno tutti svolto la loro attività fuori dalla patria. La speculazione filosofica e la ricerca scientifica generano in Italia fiori stupendi che, se non emigrano, sono subito umiliati ed estirpati. Fiori che nascono nella tormentata idea della laicità, idea avversata come la peste in Italia ove il servilismo, la prudenza e l’ignoranza ne fanno da padrone. L’ignoranza, la grande malattia italiana, malattia che non permette lo sviluppo della ricerca: il tasso culturale medio degli italiani è tra i più bassi dell’occidente. L’esigua parte colta nutrita dalla tradizione cattolica e storicista ha relegato la ricerca scientifica come qualcosa di secondario che si deve piegare comunque o alla fede o alla storia. La scuola ha avuto la sua prima riforma, quella Gentiliana, nel periodo fascista ed era una scuola elitaria – quella del 10%di colti, e la cultura era essenzialmente umanistica, ed una massa di pratici semi analfabeti – mentre, invece, l’Europa andava verso una massificazione del sapere in termini umanistico-scientifico. Poi, nel dopoguerra, la scuola è rimasta nel guado con mezze riforme, colmando l’analfabetismo di massa ma non affrontando la grande questione della formazione di cittadini partecipi alla razionale vita sociale. Oggi siamo tornati alla controriforma, un tornare indietro all’ ancien regime pre 1789. Basti ricordare che è stata abolito lo studio dell’evoluzione che come suggerisce un non filosofo turba le menti dei bambini, il governo visto l’insorgere di tanti uomini di cultura tra cui la Hack e la Levi Montalcini ha concesso una commissione per studiare la questione, tanto una commissione non si nega a nessuno. Comunque i risultati di questa controriforma sono drammatici 39,2 su cento italiani sono analfabeti, semianalfabeti o in possesso della sola licenza elementare. Il Meridione raggiunge il 40% di semi analfabeti. In questa nazione per l’istruzione in rapporto al PIL a fronte di una media OCSE di 5,9% di spesa, l’Italia si attesta al 4,4%. Va da se che la cultura scientifica di massa in Italia è bassissima, per esempio siamo saldamente ultimi nella conoscenza della matematica. Per la ricerca si spende pochissimo il numero di ricercatori è il 2,9 (per esempio il Giappone ha il 9,72) questo dato è il più basso di tutto il mondo industrializzato. La scienza è vista con sospetto, il metodo scientifico deve dare risultati miracolosi com’è avvenuto con la cura Di Bella, il vecchietto che col suo intruglio voleva risolvere qualcosa di complesso come le sindromi tumorali. Ma i politici incolti e turbe di fanatici hanno combattuto per questo misterioso elisir di lunga vita. Ed è in questa situazione tragica che si combattono battaglie Vandeane, come quella della legge sulla fecondazione assistita che calpestando principalmente la dignità delle donne e blocca la ricerca scientifica. Il tutto in nome di qualcosa di metafisico come l’anima. Ma dietro vi sono i corposi interessi economici della chiesa che vuol tenere saldo tutti i suoi privilegi mantenendo in soggezione la società italiana. I politici assecondano tutto ciò, nella loro ignoranza e mancanza di dignità, e si mettono nelle mani, come burattini, a chi gioca con la metafisica oltremondana, senza accettare la vita razionale che quotidianamente sperimentiamo. Vediamo ora questo paravento metafisico che porta tanto dolore in Italia. L’Anima è un concetto platonico per il filosofo, l’anima non ha inizio, in quanto è ingenerata, immortale ed incorporea. Un passo avanti lo fa Plotinio per lui l’anima è la terza ipostasi la cui essenza è immortale, intellettiva e divina. La religione cristiana, che è religione ellenistico/giudaica, alla fine ha elaborato il tutto con la creazione dell’anima da parte di dio e la sua immortalità. L’anima diviene nell’esegesi la vera essenza dell’uomo; il corpo è solo un mero involucro per metterla alla prova (?) e darle un premio o una punizione eterna quando se ne distaccherà. Che c’entra l’anima con Darwin, con la politica italiana (?) e la nostra vita individuale e sociale? Ragioniamo su questa follia italiana. Qui entriamo nella guerra delle scimmie che ancora si combatte in Italia ultimo avamposto d’Europa. La questione è: quando dio mette l’anima nel corpo? In questa questione metafisica s’innesta una questione propria della ragione come l’argomento dell’Ontogenesi e della Filogenesi. Che cosa sono? L’Ontogenesi è lo sviluppo dall’embrione all’individuo, sviluppo che ripercorre in pochi mesi tutto il processo evolutivo. Filogenesi è l’evoluzione delle specie viventi. L’Ontogenesi è iscritta in un programma definito all’interno del DNA, la Filogenesi si muove senza un programma preciso, come la definisce Laborit è "il caso e la necessità" che la sostanzia. Non vi è una finalità è un gioco, un bricolage per dirla alla Monod, per una dinamica ricerca di un equilibrio tra specie ed energia. Dobbiamo tenere presente che l’evoluzione delle specie viventi è una parte della generale evoluzione fisico-chimica dell’universo. La vita è l’evoluzione dell’atomo di carbonio che acquista, unendosi principalmente con atomi d’idrogeno, la proprietà di assorbire energia dall’esterno senza dissiparla ma mantenendola costante (entropia negativa), vedere in tal senso gli studi di Ylia Prigogine, e riprodursi in una struttura o individuo simile. Ora il Magistero Cattolico (1) non ha mai accettato l’evoluzione in se, tant’è vero che nei suoi documenti non è mai menzionata tantomeno è citato Charles Darwin, al suo posto viene scritto in modo generico ‘sviluppo della vita’. La chiesa non può negare che vi sia un progetto all’origine di tutto, crollerebbe tutta l’esegesi cristiana. Allora mantiene tutto nel vago e afferma che alla fine dio ha creato l’uomo mettendoci l’anima. Dunque non solo l’Ontogenesi ha un progetto preciso ma anche la Filogenesi ha un programma preciso e l’anima è la ciliegina sulla torta dello ‘sviluppo’ della vita. Com’è avvenuto questo sviluppo, e qual è il rapporto tra lo sviluppo animale e l’uomo dal Magistero Cattolico non è dato sapere. Ma se l’embrione nell’Ontogenesi ripercorre l’evoluzione, vuol dire che l’anima l’hanno anche le cellule, l’hanno i pesci, i rettili e via discorrendo. Ma allora anche gli Antropopitecini e tutti gli ominidi come i Neanderthal ormai estinti hanno avuto l’anima? Grande è la confusione sotto la cupola di San Pietro, Allora si taglia corto; l’anima viene messa nel momento della volontà procreativa (teniamo presente che l’80% tentativi di procreazione sono aborti dunque l’80% delle anime va persa?). In tutto quest’incomprensibile bailamme metafisico – per l’impossibilità della chiesa di accettare l’evoluzione della specie – la politica italiana non ascolta la scienza, ma si lascia condurre dai ragionamenti di non-scienziati e da non-filosofi il tutto piegato alla volontà di potenza delle gerarchie cattoliche che come in un circo Barnum solennemente proclamano "Venghino, venghino signori che l’anima si attacca allo spermatozoo e all’ovocellula nel momento che volete far figli". I Politici corrono per un mucchietto di voti calpestando impunemente la dignità delle donne, offendendo l’intelligenza, rinnegando la ragione, disprezzando la logica della filosofia e della scienza i baluardi che hanno costruito la pacifica Europa di oggi. La classe politica, di tutti gli schieramenti, devolve alla chiesa le funzioni sociali come la gestione dell’emigrazione, i paramedici ospedalieri, il recupero delle devianze (prostituzione, droga, etc.) senza rendersi conto che così costituiscono uno Stato nello Stato e uno di questi non fa riferimento a loro ma ad uno Stato straniero. Tutto ciò ci avvicina all’Afghanistan dei talebani. Solo in una nazione che abbia fatto una "rivoluzione liberale" come scriveva Piero Gobetti, ove vi sia "coscienza sociale" come indicava Gramsci e costruito una "società aperta" come insegna Karl Popper, che si assuma la responsabilità della gestione sociale, la ricerca si può sviluppare e la scienza e la filosofia si posizionano ove è il loro posto alla periferia della piattaforma umana, per allargarla sempre di più per dare un futuro all’umanità. Solo in una nazione ove religione, politica, scienza e filosofia lavorano nel loro ambito senza volersi sopraffare l’un l’altro, si può avere uno sviluppo sociale. Ma questa nazione deve essere profondamente laica nei suoi principi.
In una Democrazia Liberale, non basta semplicemente avere alcune persone preparate che comprendono quello che sta succedendo, deve esserci anche una popolazione colta e dunque vigile che faccia pressione affinché la conoscenza, la ricerca, l’azione siano integrate opportunamente e siano patrimonio di tutti.
Per l’Italia ciò è una difficile rivoluzione ma è quello che siamo chiamati a fare. (1) Per il Magistero Cattolico ho consultato.
- Catechismo della Chiesa cattolica 1992 - Commissione Teologica internazionale. Commissione e servizio la persona umana creata ad immagine di Dio 2004. - Congregazione per la Dottrina della fede: Mysterium ecclesie 1973 Persona humana 1975 |