Itinerari - Somma Vesuviana - Il Rito del Fucarazzo di Sant'Antonio al Casamale - Photogallery |
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Scritto da Giovanni Di Cecca | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sabato 18 Gennaio 2020 12:43 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ci sono tradizioni che fanno parte di quella storia antica, tramandata e spesso non raccontata nelle cronache che sono l'anima stessa della nostra storia e tradizione culturale.
Uno di questi è il Fucarone di Sant'Antonio, che già mostrammo a suo tempo sul lungomare ai tempi del famoso e discusso 'N Albero nel 2017.
Se in città come Napoli ormai sono vietati da 30 anni e più (anche se qualche volta vengono accesi in Piazza Mercato) ed è più una sorta di tradizione che si è mantenuta più per il "burdello" e la voglia di vedere ardere il fuoco, in altre zone della provincia napoletana dove il rito, la tradizione e la cultura agricola sono ancora ben presenti, diventa oggetto non solo beneaugurale dove il fuoco "santificato" anche dalla benedizione del "curato", ma trascende in un ancestrale ed apotropoaico rito di purificazione e rigenerazione personale e sociale dai molteplici aspetti.
In un mondo antico come quello agricolo dominato più dalla superstizione che da quella che oggi chiameremmo cultura scientifica (o pseudo scientifica in molti casi) il fuoco è sempre stato visto come purificatore, quando, soprattutto nel periodo medioevale dove le grandi pestilenze la facevano da padrona nei fine secoli, il fuoco fungeva da purificazione di tutto ciò che era considerato "unto" (oggi useremmo il termine infetto) dalla peste o dal demonio stesso.
Sta di fatto, che prendendo ad esempio le sacre scritture, il fuoco era la presenza stessa di Dio, basti pensare alla rappresentazione più classica delle tavole della legge date a Mosè sul Monte Sinai, dove Dio era rappresentato da questo rovo ardente (cinematograficamente classico in "I Dieci Comandamenti" di Cecil B. DeMille del 1956).
Ancora il Fuoco è stato usato nel corso dei secoli e delle culture come purificatore, sopratuttto nella cultura Cristiana Medioevale, condannandovi tutti gli eretici, streghe (o presunti tali, perfetta la scena raccontata da Bergman in "Il Settimo sigillo", quando il cavaliere incontra la strega e non vede che una persona impaurita), o in odore di malignità come posseduti e altro.
In quest'ottica il Fuoco diventa ancora un espediente apotropaico dove la cultura contadina brucia il vecchio nella catarsi del nuovo, nel purificare ciò che abbiamo considerato "unto" dal male, e soprattutto nel propiziarsi le messi in quella cenere che feconda la terra e ne fornisce il nutrimento per un raccolto nuovo, migliore, più ricco di quello passato.
In particolare il Fuoco di Sant'Antonio, in veste di purificatore di quella "magia ancestrale contadina", è legata anche al discorso presepiale, dove il presepe stesso è la rappresentazione della casa, della famiglia.
In un memorabile testo, introvabile, del compianto Alberto Brancati, che ho avuto la fortuna di vedere nascere a casa mia più di 20 anni fa, c'è un passaggio che esplica l'intreccio tra religione e superstizione del presepe e del fuoco che riporto di seguito
"Tutto appare come un intreccio indissolvibile tra magia, mistero, superstizione, e religiosità che si perpetra fino ai fuochi del 17 gennaio - Sant'Antonio Abate - nei quali si bruciano le erbe "fatate" del Presepe: la restina, la ceppetella, la saggina ed il pungitopo.
Queste quattro erbe racchiudono una funziona scenografica ma anche apotropaica, nel Presepe della tradizione popolare (ovvero quello napoletano).
La restina deve avvolgere in una cupola di verdi aghi tutto il Presepe, per difenderlo. la ceppetella ben raffigurata, con i suoi rami contorti, gli alberi spogli dell'inverno. il Pungitopo, posto a balaustra davanti il presepe, rappresenta una terribile barriera contro le forze del Male che insidiano l'unità armonica della Famiglia di cui il Presepe è il simbolo. Infine la saggina, erba delle scope, e perciò superstiziosamente correlata alle streghe, viene anch'essa posta la vegetazione spoglia.
Ma questa pianta erbosa, nella tradizione popolare, assolve anche la funzione di ingannarele streghe che, energie apoditticamente negative, volessero insidiare il Presepe familiare. Infatti le Janare, attratte dalla saggina, sono costrette dal "fascino della conta" a districare e contare gli innumerevoli ramoscelli, perdendo così tanto tempo da trascorrere la notte; e... arrivata l'alba, devono fuggire nel modo del buio per riparsi dalla luce purificatrice.
La tradizione vuole che, il 17 gennaio, tutte queste erbe contaminate dal malocchio vengano bruciate sulle lampe di Sant'Antonio Abate.
I tanti fuochi che in quella notte brillano purificatori ed innengianti al Sole rinato dopo il solstizio d'inverno (quello che i Romani chiamavano festa del Sol Invictus)"
Ma se questo è il retaggio, nel nostro mondo tecnologico, razionale, il fucarazzo diventa condivisione (non solo in senso social), di tradizione e trasmissione, di generazione in generazione, della nostra storia, vita, cultura e e gesta di un mondo agricolo ormai tramontato ma ancora vivo nella memoria e nei volti di chi quel tempo lo ha vissuto, sia pure per poco sopraffatto dall'industria e dalla tecnologia che oggi ci consente di archiviare e tramandare. E questo il senso di questa tradizione viva da 100 anni e più al Casamale di Somma Vesuviana (NA), dove la condivisione dello spazio del cibo e della musica riprende quello antico della tradizione agricola, e tramanda nelle nuove generazioni con l'associazione Zi Riccardo di cultura e folklore sommese le tradizioni di questo antico rituale.
Photogallery - Il Fucarone di Sant'Antonio alla Collegiata Somma Vesuviana (NA) - 17-01-2016 Photo by Giovanni Di Cecca / MagnaPicture.com --- Archivio Storico dicecca.net - MONITORE NAPOLETANO
Photogallery - Il Fucaraone di Sant'Antonio al Casamale di Somma Vesuviana (NA) - 17-01-2020 Photo by Giovanni Di Cecca / MagnaPicture.com --- Archivio Storico dicecca.net - MONITORE NAPOLETANO
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