Il Giornale Giacobino che divenne Testata Registrata presso il Tribunale di Napoli |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Giovedì 16 Giugno 2011 12:00 |
Pensai ai Nostri martiri, alla affascinante e commovente storia di Eleonora, e fui assillato dalle sue ultime parole “Forsan et haec olim meminisse juvabit” ovvero: “Forse un giorno la memoria di questi avvenimenti ci sarà gradita”, che pronunciò dopo aver salutato i corpi dei suoi amici e compagni della sventurara Repubblica, prima che il cappio spezzasse il suo collo e la sua vita. Insomma iniziò così la storia e la nuova vita di questo giornale. Certo i tempi sono cambiati, siamo in una Repubblica in un'Italia Unita. Come predisse Vincenzo Cuoco "ci vorranno duecento anni per far cambiare le cose".
Storicamente ce ne volle qualcuno in meno, solo 62 per unificar l'Italia, ma per realizzare il sogno Repubblicano ce ne vollero 85 dall'Unificazione e 147 dal 1799... quasi ad azzeccarci!
E questa Gazzetta (usando le parole spregevoli di uno dei personaggi più spregevoli e servili magistrati del Regno di Ferdinando IV di Borbone, Vincenzo Speciale, il cui compito non fu quello di dare un giusto processo ma una "giusta forca" ai Patrioti), dovette diventare suo malgrado prima un oggetto pericoloso di cui disfarsene (oggi ne esistono solo due versioni complete, di cui una in possesso della Biblioteca Nazionale di Napoli), poi con l’Unità d’Italia archivio storico, ed infine mito. L'8 giugno 2011, paradossalmente esattamente 212 anni dopo l'ultimo numero del 1799, il Tribunale di Napoli, quello stesso (inteso come istituzione) che condannò i Patrioti, oggi autorizza la pubblicazione di quella stessa testata che più di 200 anni fa fu considerata una "lettura proibita" Giustizia è fatta!!! E la Storia, che non rinnega i suoi martiri morti per il bene comune e non per la propria brama di potere, aiutato dal suo compagno Tempo, oggi ci danno la possibilità a noi posteri di poter Ammonire (il termine Monitore deriva dal verbo latino Monere e significa "colui che ammonisce") ed esaltare le vicende della Nostra Città che sta vivdeno il suo momento peggiore, purtroppo non dettato dalle sventure naturali (come il Terremoto del 1980, ad esempio) ma dalla inadeguatezza e dalla brama di potere di pochi che, oggi come allora, pensano di avere sudditi e non cittadini liberi ed uguali! Chiudo questo articolo celebrativo del Nostro Giornale, con l'invito a leggere un articolo che ho trovato sulla Rivista Hiram del Grande Oriente d'Italia di gennaio 2011 (clicca qui per scaricare) dove a pagina 25 (del contatore delle pagine in PDF) c'è un articolo di Carlo Petrone I massoni: da rei di Stato a legislatori. Le leggi post-unitarie degli uomini della Massoneria, che sintetizza ed approfondice il percorso unificatore delll'Italia, soprattutto in alune note sulla Repubblica Napoletana. |