Procida 1799: un'opera storica letteraria mossa da "pietas umana" |
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Scritto da Nicola Terracciano |
Giovedì 15 Settembre 2011 16:09 |
'Procida 1799. La rinascita degli eroi’, (Napoli, maggio 2011, Arte Tipografica Editrice, pp.118) ultima recentissima fatica di Antonella Orefice, è opera letteraria e storica insieme, come sottolineano giustamente i presentatori Giovanni Di Cecca e Renata De Lorenzo e precisa nella nota finale l’autrice. Lo storico romanzo si muove, con efficacia e suggestione, su entrambi i due livelli, usando i due diversi registri del racconto documentato e dell’invenzione letteraria, spesso poetica, incantata e nostalgica dei valori, delle idealità, delle passioni di Libertà, di Democrazia, di Repubblica, che animarono, infervorarono fino al sacrificio estremo gli eroi della Repubblica Napoletana del 1799, e che appartengono e sono custoditi nei penetrali della mente e del cuore da Antonella Orefice. Essi sono nel romanzo incarnati dalla vicenda d’amore dei due protagonisti Bernardo notaio napoletano e commissario della Repubblica per Procida ed Aurora, napoletana misteriosa (nella quale alla fine si svela l’incarnazione della memoria e della storia ed in filigrana l’anima e il destino più profondo della scrittrice e storica Orefice), dai loro dialoghi appassionati e pensosi, dai loro sentimenti, dalle loro speranze, dalle loro angosce, e che fanno da perno all’intervento di altri protagonisti della vicenda del 1799, come ad es. la cara Eleonora Pimentel, Carlo Lauberg, Vincenzo Cuoco, Luisa Sanfelice, Francesco Caracciolo, ma soprattutto i repubblicani di Procida. Sono essi i veri, indimenticabili protagonisti della ricostruzione e del romanzo, dal sacerdote Scialoja al marinaio Calise, alla sua famiglia tutta, nella quale spicca in modo indimenticabile il piccolo Michelino, alla fine trucidato.
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