Titanic - La tragedia che entrò nel mito compie 100 anni |
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Scritto da Giovanni Di Cecca - Virginia Bellino |
Sabato 14 Aprile 2012 23:41 |
Con queste parole i sopravvissuti della terribile tragedia che esattamente cento anni fa si consumò nell’Oceano Atlantico, ricordano la notte tra il 14 e il 15 aprile 1912 a bordo del TITANIC. Sembrava una sera come tante per le migliaia di passeggeri che orgogliosamente avevano avuto la fortuna di salire su una nave che era orgoglio e vanto dei suoi costruttori, definita da tutti “l’inaffondabile” . Nessuno poteva neanche lontanamente immaginare che quella terribile traversata, partita dal porto di Southampton (REGNO UNITO) il 10 Aprile 1912 e comandata dal capitano Edward John Smith alla sua ultima uscita, non sarebbe mai arrivata a New York. Niente avrebbe fatto supporre che un ICEBERG attendeva, silenzioso e paziente, nelle gelide acque del Nord Atlantico “la nave inaffondabile”, pronto ad arrestarne la baldanzosa corsa e a trascinarla negli abissi dell’oceano sotto gli occhi attoniti dei pochi sopravvissuti. Ma procediamo con ordine.
Perché il Titanic era chiamato "l'inaffondabile"?
Costruito presso i cantieri Harland and Wolff di Belfast, il Titanic rappresentava la massima espressione della tecnologia navale ed era il più grande e lussuoso transatlantico del mondo. Lungo 269 metri e largo 28, il Titanic aveva una stazza di 46.328 tonnellate e l’altezza del ponte sulla linea di galleggiamento era di 18 metri, con un’altezza totale di 53 metri. Esso aveva inoltre 10 ponti, sette per i passeggeri e tre per l’equipaggio e un solo cargo. Era suddiviso in tre classi: la prima, era contraddistinta da cabine di lusso molto confortevoli, con accesso diretto ad una sala da pranzo, un ristorante, una sala fumatori e varie sale da caffè. La nave aveva una capacità utile di 3547 persone tra passeggeri ed equipaggio, comprendeva anche una piscina coperta, un bagno turco, campi da squash e una palestra. In realtà si trattava di un vero e proprio palazzo galleggiante. La terza classe era quella più economica, situata nei piani più bassi della struttura. Il prezzo del biglietto per la prima classe costava 3100 dollari dell’epoca ( l’equivalente odierno di 70.000 dollari), mentre il biglietto di terza classe costava appena 32 dollari ( l’equivalente odierno di 700 dollari ). La sua stazione radio era considerata la più moderna e potente mai installata su un bastimento, e anche la struttura della nave era realizzata sfruttando appieno le allora moderne tecnologie. Ma tra tutti questi accorgimenti, si pensò di montare soltanto 16 scialuppe di salvataggio e questo sciagurato errore di valutazione si rivelerà fatale. Il viaggio inaugurale Il Titanic non era solo il transatlantico più “sicuro” del mondo, ma anche il più lussuoso ed il viaggio inaugurale era anche il modo per la high class di reincontrarsi. Tra i passeggeri della prima classe che si imbarcarono quel 10 aprile di 100 anni fà, spiccano i nomi illustri del tempo: il milionario John Jacob Astor IV, possessore di 150 milioni di dollari e proprietario di alcuni preziosi immobili tra cui il noto Waldorf-Astoria Hotel di New York. Vi erano inoltre l'industriale Benjamin Guggenheim (il cui fratello era titolare dell'omonima fondazione d'arte), Isidor Straus (proprietario del centro commerciale Macy, ancora oggi considerato il più grande negozio del mondo) e la moglie Ida, Washington Roebling (figlio del costruttore del ponte di Brooklyn), il Consigliere presidenziale statunitense Archibald Butt (che tornava in America dopo una missione diplomatica in Vaticano), Arthur Ryerson (il magnate americano dell'acciaio), George Widener (figlio del magnate dell'industria tranviaria statunitense), il giornalista William Thomas Stead, la contessa di Rothes, lo scrittore Helen Churchill Candee, lo scrittore Jacques Futrelle, i produttori di Broadway Henry e Irene Harris, l'attrice cinematografica Dorothy Gibson, la milionaria Margaret "Molly" Brown (ribattezzata poi l’inaffondabile Molly Brown), Sir Cosmo Duff-Gordon e sua moglie, la contessa Lady Lucille Duff-Gordon, George Elkins Widener e la moglie Eleonora, John Borland Thayer e molti altri. Avevano invece rinunciato al viaggio Lord Pirrie e l'ambasciatore americano a Parigi. La rotta che seguiva il Titanic era la 41° nord che in aprile era famosa per gli iceberg, enormi isole di ghiaccio che si staccavano dalla Gorellandia. Molte navi che erano in transito nella zona, avevano segnalato la presenza di questi enormi “mostri” di ghiaccio, ma, come spesso accade, quando la troppa sicurezza offusca il buon discernimento, non venne prestata gran considerazione agli avvertimenti. Il 14 aprile, dopo quattro giorni di navigazione, intorno alle 13:30 il capitano consegnò a Bruce Ismay un messaggio appena ricevuto dal vapore Baltic, che segnalava la presenza di ghiaccio a 400 km sulla rotta del Titanic': tuttavia, il capitano non diminuì la velocità. Il direttore della White Star non diede eccessivo peso alla cosa e giudicò sufficiente spostare la rotta del transatlantico sulla Outward Southern Track, un corridoio di navigazione concordato per le navi di linea. I due uomini discussero anche della velocità decidendo di portarla al massimo possibile. Nelle ultime 24 ore, infatti, erano state percorse ben 546 miglia e c'era la possibilità di arrivare a New York con un giorno di anticipo. Non fu mai chiarito di chi fu la responsabilità finale della decisione. Questa decisione, ancorché folle col senno di poi, avrebbe dato la possibilità al Titanic di fregiarsi del prestigioso Nastro Azzurro (Blue Ribbon), onoreficenza data alla nave che percorre l’Oceano Atlantico nel minor tempo possibile. L'impatto con l'iceberg e le ultime ore Unica foto esistente del'iceberg che impattò col Titanic La notte del 14 verso le 23.30 in una notte stellata ma senza luna uno degli iceberg segnalati dalle navi impatta con la murata di diritta (la fiancata destra) squarciando l’intelaiatura del Titanic. Per anni si è pensato che fosse stato un taglio netto, ma ricostruzioni più recenti fanno ipotizzare che l’iceberg abbia effettuato dei piccoli tagli all’interno dello scafo (come accade per il codice morse) In un primo tempo nessuno aveva immaginato ciò che stava accadendo, ed il mito dell’inaffondabilità sarà la l’inizio della tragedia Quelle fessure fecero iniziare ad imbarcare acqua, parecchia acqua (si è stimato circa 25.000.000 di litri d'acqua). Il problema fondamentale che causò l’affondamento del transatlantico fu solo uno. Il Titanic era progettato per restare a galla con cinque stive cariche d’acqua, ma quello che non fu considerato è il fatto che la chiusura delle stive avrebbe prodotto un effetto tappo che, pur non pregiudicando la navigazione, avrebbe sicuramente influito sulla stabilità in attesa dei soccorsi. Ma essendo le stive di prora aperte sopra, l’acqua non impiegò molto ad entrare e varcare le altre zone della nave. Fu a quel punto che il mito crollò. In solo un’ora e mezza il Titanic aveva tutta la prua piena d’acqua ed il transatlantico (le cui caldaie, ormai, erano completamente allagate) si inclinò a prua. Ormai era finita. Per anni si è creduto che il Titanic fosse affondato intero, cioè si fosse inabissato con tutta la struttura intera, immaginabile in un missile di 269m e circa 46.000 tonnellate di stazza che corre verso il suo eterno giaciglio nelle oscure profondità dell'Oceano, portando con se vite, speranza, sogni. Il ritrovamento del Titanic Fino al 1985, le idee ed i fatti rimasero agli atti della storia. Robert Ballard, professore di oceanografia all'Università del Rhode Island, nel 1985, in base alle informazioni che erano note dagli atti processuali post naufragio, iniziò a scandagliare (in collaborazione con la National Geographic Society) la zona dell'affondamento. Quello che trovò fu molto interessante Foto del Titanic ritrovato da Robert Ballard Il Titanic si era spezzato in due. La ricostruzione, fu allora molto più semplice. Al momento che la prua si era inabissata, la poppa si era alzata. L'enorme peso della poppa fece collassare lo scafo al centro e nei momenti finali si staccò precipitando verso il fondo dell'Oceano. Stessa sorte toccò alla metta che aveva la poppa appena le camere d'aria (oblò, porte e quant'altro) iniziarono a collassare per il peso dello scafo. Miti e leggende
Attorno al mito dell'inaffondabilità del Titanic sono nate diverse leggende. La più interessante è quella del romanzo, scritto nel 1898, quattordici anni prima della tragedia, dal titolo Futility, or the Wreck of the Titan. Il Cinema
Ovviamente anche il cinema non si è sottratto al fascino del Titanic, sfornando una serie di film nel corso dei decenni.
Sicuramente il più titolato (secondo nella storia del cinema dopo Ben-Hur) è Titanic di James Cameron (11 premi Oscar), che ha affiancato alla narrazione di una storia d'amore impossibile, una cerrtosina ed accurata ricostruzione dei fatti accaduti sulla nave dei sogni infranti soprattutto un affondamento con i dati attuali praticamente in tempo reale. |