I rincari e le caste insospettabili |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Mercoledì 04 Gennaio 2012 14:25 |
Ogni anno il 1 gennaio, c’è l’usanza per i Governi di aumentare le tasse.
E si potrebbe continuare.
Dal primo di gennaio la Tangenziale di Napoli ha rincarato il pedaggio dai precedenti 0,85€ agli attuali 0,90€.
Si sta parlando anche di rincarare i pedaggi autostradali tra il 3,5% ed il 5%.
Da automobilista ricordo che per i viaggi verso sud sulla E45-A3 il pedaggio è di 2€ se si paga al casellante, ma scala se si usa il Telepass, in quanto è calcolato in base al percorso effettivo.
Ad esempio un percorso Napoli – Portici costa 0,80€, mentre un Napoli – Torre Annunziata Nord (casello) costa 1€.
Come a dire in modo garbato che dobbiamo tutti “telepassizzarci”.
Vorrei fosse finita, ma il duro colpo, oltre ai pedaggi autostradali (che in certi casi sembrano quasi essere veri e propri dazi doganali dell’Italia Rinascimentale, come memorabilmente raccontata nel film di Troisi-Benigni “Non ci resta che piangere”) è il rincaro dei carburanti per le accise Regionali.
Abbiamo già affrontato due mesi fa il caos provocato dallo sciopero dei benzinai e riportammo le tasse sui carburanti.
Poi vanno aggiunte le accise Regionali (da cui il termine napoletano ci hanno accis’ per indicare che ci stanno mazzolando ben bene).
Tutto questo per indicare che alla fine di tutto l’utente finale, direttamente (pagando la benzina) o indirettamente (pagando tutto il resto, dal cibo all’acqua, alle ricariche dei cellulari ad Internet, e così via) paga le tasse un innumerevole numero di volte.
Va quindi detto che a dispetto di quanto riportato dalle “fonti ufficiali” il rincaro non si aggira solo di pochi euro in tutto, ma deve essere ricalcolato di volta in volta.
Poniamo l’esempio classico del pieno di benzina nella nostra automobile utilitaria (per intederci la Fiat Panda, la Opel Corsa e simili) e poniamo l’ipotesi che il serbatoio di queste automobili sia di 30 litri.
Nel 2002, 1 litro di benzina costava intorno i 0,80€ – 1€ al litro. Poiché noi utilizzavamo ancora la tariffazione in lire, pagavamo la benzina intorno le 1.600 – 1.936 lire al litro.
Considerando i 30 litri di cui sopra un pieno veniva intorno le 48.000 – 50.000 lire, ovvero 24,79 – 25€
Dieci anni dopo, quando la lira è definitivamente andata in soffitta, con la benzina a 1,79€ per litro (in lire 3.466 lire a litro), lo stesso pieno costa 53,70€ che in lire suona come 103.978 lire, praticamente poco più del doppio di dieci anni fa.
E considerato inoltre che un pieno lo si fa con la frequenza di 1 volta ogni due settimane (se proprio l’utilitaria l’usiamo poco) il conto e presto fatto.
In 1 mese spendiamo almeno 106€ per circolare con l’automobile (utilitaria), che su uno stipendio medio di 1.300€ (2.517.151 di vecchie lire che era uno stipendio considerevole) diventa una mazzata colossale.
Usando solo un piccolo esempio abbiamo dimostrato come il problema più grosso per gli Italiani sia il rincaro delle tasse sui beni di prima necessità in quanto le due spese precedentemente descritte gravano sul trasporto di questi beni.
Ma anche i beni, cosiddetti voluttuari, come i giochi a premio, dopo il decreto Salva Italia non sono passati indenni alla scure delle tasse.
Credo sia innegabile che il sogno nel cassetto di tutti gli Italiani (e anche fuori dall’Italia) sia quello di vincere il Superenalotto.
Ebbene il fortunato vincitore, dovrà lasciare nelle casse dello Stato il 6% della vincita.
Questa “tassa sulla fortuna” si applicherà su tutte le vincite superiori a 500€.
A quanto pare, però, in tutto questo scatafascio di tasse e gabelle, ci sono poche persone, però, che sono intoccabili.
Molti potranno immaginare che siano le solite caste della politica e della magistratura.
Una volta tanto non sono loro.
Sul Corriere.it di stamane (4 gennaio 2012) c’era in prima pagina un articolo divertente e graffiante di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, giornalisti ed autori del best seller “La Casta”, i quali indicano che uno Stenografo della Camera dei Deputati o del Senato della Repubblica (quelle persone che si trovano al centro dei due rami del Parlamento che scrivono “suonando” una tastiera tipo pianoforte) guadagna 2.000€ in meno del Re di Spagna Juan Carlos di Borbone, cioè circa 290.000€ l’anno.
Anche per i Commessi, in fin dei conti non va così male, si portano a casa intorno i 160.000€ l’anno.
E, come si evince dall’articolo, sono praticamente intoccabili.
Intanto la Politica e la Magistratura (alcuni magistrati con doppi incarichi, cioè quello di Magistrato e Consigliere di Stato, con le ultime leggi potranno percepire più di 311.000€ l’anno) cercano in tutti i modi evitare l’attacco alle loro Caste, rinviando sine die, la discussione sui tagli della politica. |