Il film su Maometto che incendia il Medio Oriente |
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Scritto da Giovanni Di Cecca |
Giovedì 13 Settembre 2012 22:29 |
Dopo l’attacco al Consolato Americano a Bengasi, dove è stato ucciso l’Ambasciatore Chris Stevens (su Twitter è stata riportata la foto che ha fatto il giro del mondo e riportata di seguito), gli attacchi alle Ambasciate ed hai Consolati americani in Medio Oriente, dove solo un anno fa, si stava realizzando un processo rivoluzionario che abbatteva vecchi regimi autoritari e, nelle speranze di noi occidentali, apriva le porte ad un processo di modernizzazione, si sono intensificate.
Foto circolata su Twitter dell'Ambasciatore Chris Stevens ormai esamine Nel 2011 in Egitto, il Presidente Mubarak a seguito delle sommosse popolari si dimise (12 febbraio 2011) ed in seguito arrestato ed attualmente di trova in carcere e sotto processo con la possibilità di essere giustiziato. Sempre nel 2011, come abbiamo raccontato sul Monitore Napoletano, in Libia il 19 marzo iniziava l’operazione Odissea all’Alba – La Guerra Libica per concludersi il 20 ottobre con la morte di Muʿammar Abū Minyar ʿAbd al-Salām al-Qadhdhāfī, più comunemente noto col nome di Muammar Gheddafi. Dopo un anno lo si sta riaffacciando lo spettro di una nuova guerra tra occidente ed oriente, e se mi è concesso, di una ennesima crociata tra credenti ed infedeli.
I Fatti Il regista Sam Bacile produce un film che attacca il profeta Maometto. Riportiamo di seguito il trailer che abbiamo trovato su Youtube.
Ma chi è il regista Sam Bacile? Nei primi concitati minuti del delirio vendicativo verso il Consolato Americano in Libia, tutta una serie di analisi per capire i motivi di una tale ferocia, non sono state effettuate, ingigantendo, se possibile, ancor di più lo storico conflitto interculturale. Da quanto ci è dato da apprendere dai colleghi della stampa americana, sembra che non esista nessun cittadino né americano né israeliano di nome Sam Bacile. Ma ancora, più strano è che il trailer del film esisteva già su youtube ma non aveva dato scalpore ne interesse. Di qui, la coincidenza che all’indomani dell’ormai storico 11 settembre, esca, tradotta in versione araba, il film. Ma ancora, nella giornata di ieri una telefonata è arrivata al Wall Street Journal da Sam Bacile che additava “l’Islam come un cancro”. Ma, data l’inesistenza di questa persona, a questo punto è immaginabile che sia uno pseudonimo. Sempre il Wall Street Journal, nell’incalzare degli eventi, cerca di ricontattare, il regista, al numero telefonico che aveva usato per fare la prima chiamata. Il numero esiste ed è intestato ad un utente di Cerritos in California. Dalle dichiarazioni fatte dal giovane che è stato contattato, sembra che il suo coinquilino si faceva chiamare Nakoula Basseley Nakoula. Andando ancora più a ritroso si scopre che tra gli annunci su internet c’erano due produttori, Sam Basselley e Nakoula che facevano un casting per un film di avventura nel deserto. Nessuna traccia di Nakoula, però, anche se una persona chiamata Nakoula Nakoula risulta essere stata in carcere 21 mesi per truffa sino al giugno 2011. Tra i vari alias utilizzati dal truffatore anche i nomi Mark Basseley Youssef e Youssef M. Basseley. Altre tracce portano allo sfuggente Nakoula. L'Associated Press ha fatto sapere di aver trovato un numero di cellulare di un Sam Bacile. Al telefono risponde un certo mr. Nakoula, un cristiano copto che sostiene di aver gestito la società che ha prodotto il film ma nega di essere Sam Bacile. Anche gli attori del cast e la troupe sono rimasti scioccati dagli accadimenti e dichiarano al Los Angeles Times di essere stati ingannati: "Al 100% noi non siamo le persone dietro al film e siamo stati scandalosamente ingannati sull'intento e lo scopo della pellicola. Siamo scioccati dalla drastica riscrittura del copione e dalle menzogne raccontate a tutte le persone coinvolte nel film. Siamo profondamente rattristati dalle tragedie avvenute" Il Presidente Americano Barack Obama, intanto, anche incalzato dall’avversario Mitt Romney per la corsa alla Casa Bianca, decide di inviare truppe speciali in Libia. Ma nel resto del Medio Oriente il risentimento antiamericano sta pian piano inasprendosi sempre più. In Egitto Il Presidente Morsi, pur condannando il grave attentato in Libia e le manifestazioni che stanno avvenendo, sia in Egitto che in Yemen (e nuovi focolai si stanno aprendo anche a Gaza ed in Iran, dove non essendoci rappresentanza Americana una folla di 500 persone si è adunata davanti l’ambasciata Svizzera a Teheran che cura gli interessi americani) pone il profeta Maometto come linea rossa che non può e non deve essere oltrepassata. Il Segretario di Stato Hillary Clinton, che ha visto il film, lo ha reputato disgustoso e deplorevole. Intanto il Medio Oriente si infiamma… |