- Avete vinto voi, ha vinto lo Stato – queste le parole del super ricercato numero 1 della camorra casalese.
Michele Zagaria è stato arrestato nella sua Casapesenna nella provincia di Caserta, in un rifugio ad alto contenuto tecnologico.
Quando stamane la Polizia ha fatto irruzione hanno trovato sul comodino i libri di Raffaele Cantone, il Magistrato della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Napoli, per anni in prima linea nella guerra, ma anche la biografia di Steve Jobs.
Il superboss secondo i magistrati della Dda viveva in quel rifugio da anni, limitandosi moltissimo nelle uscite e salendo di tanto in tanto nella villetta in superficie di proprietà di un suo fiancheggiatore.
Quando i Magistrati della DDA hanno raggiunto il latitante (Cafiero de Raho, Catello Maresca e Raffaele Falcone, Marco Del Gaudio), ha ironicamente detto «Avete vinto voi, ha vinto lo Stato», poi ha chiesto di fare una doccia ed è stato portato via dalla polizia.
Un potere immenso quello di Zagaria detto “capastorta” che dopo gli arresti eccellenti di Antonio Iovine, detto ‘o ninno, e di Francesco Schiavone, detto Sandokan, e Peppe Setola, era divenuto lui il Capo dei Capi del Clan dei Casalesi.
Ciò che lascia, però, dei dubbi, è ciò che aveva detto nel 2006 lo scrittore Roberto Saviano, quando disse che Zagaria si trovava nella sua Casapesenna, a confermare che, in fin dei conti, forse tutti sapevano, ma nessuno, purtroppo ovviamente, ha avuto il coraggio di dire sta qui.
Lo stesso Saviano, tramite sul popolare social network Twitter ha postato «Preso Zagaria, come un topo sotto terra. Ottimo lavoro, ragazzi! r. »
Nel gioco del gatto col topo, alla fine tutti i capi storici della malavita organizzata stanno cadendo nelle mani della giustizia.
Ciò che mi lascia perplesso, però, è un dettaglio non da poco: come è stato mostrato in tutti gli arresti eccellenti nel corso degli anni, tutti i super latitanti hanno vissuto la loro latitanza in bunker sotto terra quasi che fuori ci fossero i bombardamenti come durante l’ultimo conflitto mondiale.
Ma, parafrasando Gennaro Bellavista del film (tratto dal libro) di Luciano de Crescenzo «Ma con tutto questo potere ma fann’ ‘na vit’ ‘e merd?»
Video - Così Parlò Bellavista
Link per Smartphone: https://youtu.be/OP9aVMVKzM8