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La tregua di Natale del 1914


La tradizione del Natale
tra leggenda e storia

 

 

Scritto da Giovanni Di Cecca  
Giovedì 30 Giugno 2011 22:27

altNel mese di maggio avevo personalmente esortato la società civile ed i nostri lettori a mobilitarsi per salvare la Società Napoletana di Storia Patria, centro culturale di altissimo livello (in competizione positiva con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici), che può vantare una delle biblioteche più importanti per titoli ed antichità.

Ebbene, questo centro sta rischiando di chiudere!!!

Per meglio esprimere il problema riporto una lettera della Prof.ssa Renata De Lorenzo, attuale Presidente della Società:

 

 

Cari amici

 

 

Purtroppo, nonostante gli sforzi fatti in questi mesi anche con la vostra collaborazione, il Consiglio Direttivo della Società Napoletana di Storia Patria è stato costretto a prendere la decisione di licenziare da settembre le ultime due impiegate. Si profila nuovamente il rischio della chiusura.

Il Comune di Napoli, che pur ci aveva assicurato, tramite l'ex sindaco  Iervolino,  che a maggio ci sarebbe stato erogato il contributo 2008, necessario per estinguere il debito con il Banco di Napoli, è risultato inadempiente.  La nostra speranza è che la nuova amministrazione,  sensibile  nel proprio programma elettorale  al rilancio del profilo culturale della città, affronti il  problema al di là dei vecchi rapporti legati a vincolanti graduatorie e instauri un rapporto diverso con la nostra istituzione, custode della sua biblioteca e quindi interlocutore privilegiato.

Un consistente contributo della Regione  Campania, deliberato nei mesi scorsi, non risulta in realtà disponibile per problemi relativi al bilancio, bloccato da un intervento degli organi ministeriali.

La Provincia di Napoli ha ignorato un nostro progetto scientifico di ristampe di testi significativi da far circolare nelle scuole in occasione del Centocinquantenario dell'Unità.

L'Unione Industriali, l'Ufficio cultura del Banco di Napoli,  La Camera di Commercio, ci hanno egualmente ignorati. Altre iniziative, come quelle di "Abbracciamo la cultura",  "Maggio dei Documenti", organizzate con Legambiente e pubblicizzate sulla stampa cittadina, sono state molto utili per farci conoscere ma non  hanno risolto i nostri problemi economici.

Abbiamo intensificato l'attività progettuale utilizzando bandi riservati al settore Bibloteche, ma non sono ancora stati decisi gli assegnamenti da parte degli uffici.

Rimane l'assurda condizione di un potenziale attivo della Società di più di 600.000 € e una situazione debitoria complessiva (tra debito con la banca, mancata erogazione degli stipendi al personale, mancato pagamento di consulenti e fornitori) di circa  250.000 €

Vi chiedo quindi di riprendere a tappeto al campagna di stampa e di attivarvi, come singoli e come organizzazioni, per riportare in primo piano il problema della nostra sopravvivenza.

Il Monitore Napoletano sta seguendo da vicino l’attività svolta dalla Società in questi mesi, pubblicizzandone gli eventi.

Come riportato anche sul nostro magazine, sembra che i frutti, il nostro piccolo supporto abbia dato i frutti sperati, e non può far altro che fare propria l’angoscia di una istituzione importante come la Società Napoletana di Storia Patria che rischia seriamente di chiudere.

In un tempo come questo dove essere napoletano vuol dire il più delle volte scippatore e “munnezzaro”, perdere anche quei centri di eccellenza non può far altro che continuare ad abbrutire sempre di più una Città che sta cercando di uscire dall’oblio in cui è stata abbandonata a marcire per parecchio tempo.

 

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