Ancora non si è spento l'eco degli scioperi del settore trasporti, e già nuovi disagi attendono i cittadini.
Inizia infatti da martedi 8 novembre alle ore 19 uno sciopero dei benzinai, che si protrarrà fino alle ore 7 di venerdi 11 novembre.
Lo sciopero riguarderà tutto il paese, con la sola esclusione delle zone alluvionate.
Tra i motivi della protesta vi è la richiesta di un mercato più liberalizzato, una pressione fiscale più bassa e il mantenimento di un bonus fiscale che il governo sarebbe intenzionato a revocare.
I benzinai vogliono anche tornare a denunciare le ragioni che fanno lievitare il prezzo del carburante nel nostro Paese.
In primo luogo, ci sono le ACCISE, imposizioni fiscali sulla produzione e sul consumo di determinate tipologie di prodotti e servizi.
Si tratta, in sostanza, di tributi indiretti che colpiscono sia il produttore che il consumatore finale, tuttavia, essendo traslate in avanti dal produttore su prezzo finale di vendita, vanno a gravare in special modo sul consumatore.
Ecco le varie accise:
1,90 lire per il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935;
14 lire per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
10 lire per il finanziamento del disastro del Vajont del 1963;
10 lire per il finanziamento dell'alluvione di Firenze del 1966;
10 lire per il finanziamento del terremoto del Belice del 1968;
99 lire per il finanziamento del terremoto del Friuli del 1976;
75 lire per il finanziamento del terremoto dell'Irpinia del 1980;
205 lire per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
22 lire per il finanziamento della missione UNMIBH in Bosnia Erzegovina del 1996;
pari a 446 lire -> € 0,2308 (ricordando che il fattore di conversione è 1€ = 1936,27 lire)
0,020 Euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
0,0073 Euro in attuazione del Decreto Legge 34/11 per il finanziamento della manutenzione e la conservazione dei beni culturali, di enti ed istituzioni culturali.
0,040 Euro per far fronte all'emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011, ai sensi della Legge 225/92.
Per un totale in Euro di 0,2981 per litro a cui si deve aggiungere l'IVA al 21% che fa lievitare il tutto a € 0,5081 per litro
Inoltre, le Regioni possono aumentare l’accisa regionale di altri 5 centesimi.Ecco dunque un esempio di come si compone il prezzo che un automobilista paga alla pompa:
0,50 euro = costo effettivo materia prima
0,20 euro = costo industriale (trasporto,stoccaggio e distribuzione)
0,62 euro = accisa (qui riferita alla benzina, a cui naturalmente si aggiunge l'IVA)
1,59 euro = costo totale
Va notato come le accise su riportate, dovevano essere temporanee e cancellate passato l'evento straordinario.
E' singolare come questo problema è stato posto alla Camera dei Deputati nella seduta del 17 marzo 2004.
Consultando i dati del Ministero dello Sviluppo Economico, La struttura del prezzo medio nazionale dei prodotti petroliferi (2008-2011) (qui calcolato al 31 ottobre 2011), abbiamo, nella colonna Accise:
Benzina € 0,613
Gasolio Auto (diesel) € 0,472
GPL Auto 0,125
Gasolio per riscaldamento € 0,403
cui va aggiunta l'iva
Non mancano, infine, gli avvisi di allerta da parte delle associazioni per la tutela dei diritti dei consumatori, le quali invitano a denunciare eventuali rincari ingiustificati ove mai ve ne fossero, allo scopo di evitare truffaldine speculazioni che purtroppo, in analoghe circostanze passate, non sono mancate