Il decreto di Unificazione delle Province italiane ha fatto esplodere la cosiddetta Guerra dei Campanili.
E già perché se da un lato il discorso di unificare le Province ha dietro, soprattutto un discorso economico, dall’altro sono sorti due ostacoli: il primo di ordine sociale, cioè la paura che con la riorganizzazione delle Province ci sia un discorso di licenziamenti.
Il secondo punto è nella scelta della nuova Capitale della Provincia. La norma che prevede che la città col numero di residenti maggiore tra le candidate diventa Capitale, salvo diverso accordo, anche a maggioranza, tra i comuni. Il che vuol dire che una città che ha un numero maggiore di abitanti diventa automaticamente Capitale.
Il problema di questa perdita di potere, in un caso a due, (il caso Avellino-Benevento, per quanto riguarda la Campania) potrebbe trovare facile soluzione.
Diventa più complesso quando le Province candidate all’unificazione sono più di due.
Un caso emblematico è quello di Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno.
Come è noto dal Medioevo ad oggi Livorno e Pisa sono in perenne lotta sul primato Comunale.
Con le regole stabilite dal Governo, Livorno, che ha il maggior numero di abitanti dovrebbe sulla carta essere la nuova Capitale, ma Pisa, ovviamente non ci sta.
Massa e Carrara, darebbero il loro appoggio a Lucca nel caso di un Policentrismo, che, molto giornalisticamente, potremmo definirla una spartizione degli assessorati sulle quattro province.
Analogo problema c’è in Romagna, dove la Capitale dovrebbe essere Ravenna, ma Forlì, Cesena e Rimini non ci stanno.
In Campania, come detto, hanno unificato le Province di Avellino e Benevento, storicamente in guerra (Irpini contro Sanniti).
La decisione di accorpare le province di Benevento e di Avellino ha scontentato tutti: Benevento capoluogo di una province che non esiste più, e gli Irpini che vedono perdere lo status di capoluogo.
In seguito a questa decisione la Provincia di Benevento ha posto all’ordine del giorno del 12 novembre la proposta di una petizione popolare per fare un referendum per staccarsi dalla Campania ed unirsi alla Regione Molise e proporre il Molisannio, idea secessionista non nuova.
Alle telecamere di SkyTg 24, poi, lo stesso il Presidente della Provincia di Avellino Sibilia ha dichiarato: «Ci sentiamo fortemente penalizzati - ha detto -. È devastante pensare che Avellino perderà la sua titolarità di Comune capoluogo. Non ci rassegniamo ad un sopruso del genere. La Corte costituzionale dovrà riconoscere quello che è un diritto sancito dalla Costituzione. Se riordino deve essere, dovrà riguardare tutta la Regione Campania e non solo Irpinia e Sannio. Avellino, paradossalmente, pur avendo tutti i requisiti per restare Provincia, sarà il territorio più penalizzato»