L'ex Direttore Generale del Comune di Napoli è stata nominata commissario del Comune di Catanzaro dal prefetto di Catanzaro Antonio Reppucci.
Riportiamo la lettera pubblica, che ha inviato al Comune
CATANZARO - Con queste righe voglio salutare una città nella quale sono nata, e di cui comprendo le mille contraddizioni di un tessuto sociale in cui anche i bisogni essenziali delle persone sono a volte insodisfatti. “Napoli l’illustre, madre di nobiltá e d’abbondanza”, dice la targa di Cervantes che guardavo la mattina all’angolo di Palazzo San Giacomo. La mia città, a cui ho deciso di dedicare, poco piu di un anno fá, una parte della mia vita lavorativa, scegliendo la sfida di poter contribuire ad un progetto di cambiamento delle condizioni di vita delle persone che vi vivono.
Ringrazio pubblicamente il sindaco Luigi de Magistris. Mi ha chiamato a condividere e a praticare un cambiamento silenzioso ma efficace che aveva come obiettivo quello di realizzare un’amministrazione efficiente ed al servizio dei cittadini rompendo con vecchie pratiche un po’ oscure e consociative, che possono essere scardinate solo nel rispetto delle regole e della legalitá. Poi le cose sono andate diversamente ed ho l’impressione che si sia scelto “l’accomodamento”. Ma io continuo a credere in una gestione della cosa pubblica efficace, trasparente e rispettosa delle regole, sancite proprio a garanzia dei diritti di tutti secondo i principi della nostra Costituzione.
Ringrazio pubblicamente coloro che hanno collaborato con me in questi lunghi mesi. Forse non li ho sempre trattato benissimo perché la stanchezza, a volte, pesa anche nei rapporti umani. Sono stati tutti bravi e senza di loro non avrei avuto la forza di provare a cambiare dalle fondamenta il terzo Comune d’Italia. Mi auguro che il processo vada avanti, che non abbiano il sopravvento vecchi metodi e vecchie prassi e sopratutto che tutti coloro all’interno ed all’esterno del comune, che hanno condiviso con me un progetto di un nuovo modo di fare amministrazione trovino le condizioni per poter continuare.
Ringrazio le maestre ed i maestri, ma soprattutto i bambini. Ho conosciuto da vicino il mondo della scuola con il ministro Tullio De Mauro, uomo ben noto a questa cittá per la sua cultura e la sua sensibilita istituzionale, insieme a lui abbiamo portato la scuola nelle corsie degli ospedali, nei reparti di oncologia pediatrica e nelle zone piu povere del nostro paese con il prezioso contributo dei maestri di strada di Napoli, dove fare scuola significa seguire in concreto l’insegnamento di don Milani per “non lasciare indietro nessuno….”
E proprio perché so quale valore aggiunto ha la scuola in una città cosi complessa, dove assicurare la scuola ai bambini significa toglierli dalla strada ed evitare, a volte, lo sfruttamento del lavoro minorile, ho contribuito ad elaborare buona parte di un atto adottato dalla giunta a fine agosto, anche in un contesto finanziario diverso, in difesa della scuola pubblica.
Tralascio in questa sede i tecnicismi delle formule giuridiche, peraltro di nessun interesse per i non addetti ai lavori, dico solo che sul piano strettamente tecnico ho proposto , proprio per garantire al meglio i diritti delle bambine e dei bambini e di coloro che lavorano nella scuola, altre soluzioni tecniche nel rispetto delle leggi. E dico questo solo perché mi ferisce molto di essere stata considerata un ostacolo alla scuola pubblica.
So bene, anche come madre, l’importanza del ruolo di chi ha il compito d’insegnare alle bambine e ai bambini, sopratutto in questa città, il rispetto delle regole del vivere civile . É con i loro insegnamenti che si costruisce il futuro del nostro Paese.
Per questo ringrazio voi, maestre e maestri custodi di regole che aiutano nella scuola a crescere fin dalla tenera età i bambini con la schiena dritta.
Lascio questa città con l’amarezza di essere stata chiamata per assicurare la legalitá ed il rispetto delle regole ed essere stata allontanata proprio perché volevo agire, nella mia convinzione, nel rispetto delle regole.
Ho registrato la vicinanza sincera di tanti, anche lontani da me per storia e cultura, che ho sentito vicini.
La solidarietà trasversale ti fa sentire “più normale”.
Lavoro esclusivamente, qualsiasi attivitá svolga, per rispettare i diritti di tutti, sopratutto dei piu deboli che hanno pochi strumenti per farli valere. Questi sono i valori fondanti della nostra democrazia che io come prefetto rispettero sempre per dovere e convinzione personale