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La tregua di Natale del 1914


La tradizione del Natale
tra leggenda e storia

 

 

Scritto da Giovanni Di Cecca  
Lunedì 03 Settembre 2012 13:57

La città di Napoli è una delle poche che può vantare 4 Università pubbliche: Federico II (la prima laica del mondo), Parthenope, Orientale,  Seconda Università di Napoli e due Università private,  Suor Orsola Benincasa e la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale.

A queste Istituzioni portatrici di cultura occorre poi aggiungere anche l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, situato nella storica sede di Palazzo Serra di Cassano e fondato nel 1975 a Roma, nella sede dell’Accademia dei Lincei, da Enrico Cerulli, Elena Croce, Pietro Piovani, Giovanni Pugliese Carratelli e Gerardo Marotta. Proprio quest’ultimo  è l’attuale presidente nonché la mente che materialmente ha investito e realizzato tale ammirevole impresa.

Come ogni Isitituto di una certa importanza nazionale ed internazionale, anche l’Istituto Italiano per gli Studi filosofici ha tra i suoi ruoli fondanti quello della biblioteca, situata nei locali ex-CONI a Piazza Santa Maria degli Angeli n° 1, nelle immediate vicinanze della struttura.

La biblioteca dell’Istituto, che in 37 anni di vita ha accumulato centinaia di migliaia di volumi, rischia ora di scomparire, a causa della delibera 283 del 21 giugno 2011 della Regione Campania, che annulla la precedente delibera del 2001 (la 6039) mettendo a rischio l’esistenza stessa della biblioteca e quella dell’Isitituto stesso, che, secondo l’UNESCO, non ha eguali nel mondo.

 

 

Già l’anno scorso, il Monitore Napoletano  denunciò lo stato di grave crisi (non ancora risolta) della Società Napoletana di Storia Patria, che al suo interno contiene migliaia di volumi e dei pezzi unici come gli originali manoscritti delle commedie di Eduardo de Filippo.

Quest’anno ci troviamo purtroppo innanzi ad un ulteriore sfregio della cultura napoletana e mondiale e non possiamo fare a meno di chiederci dove si trovino adesso le Istituzioni locali che durante le campagne elettorali dello scorso anno, hanno fatto grandi proclami di non abbandonare la cultura a se stessa ma di incentivarla

Che fine hanno fatto il senso di appartenenza degli intellettuali napoletani?

Perché si permette un  simile scempio?

Come cita il titolo di questo articolo, a Napoli (che per secoli è stata il centro mondiale della civiltà e della cultura) , la cultura ormai non è più di casa, cancellata con un semplice gesto di penna, verso spese di inutile pubblica utilità come i lungomari liberati, piste ciclabili su marciapiedi, quartieri a luci rosse, centri storici inibiti agli stessi abitanti che per poter entrare con le loro automobili sono costretti a pagare pesanti quanto inutili gabelle (argomento che affronteremo in seguito).

Scelte scellerate che stanno compromettendo le fondamenta di una città che è abbandonata a se stessa, ed ora per di più privata di uno dei suoi fiori all’occhiello.

Quando i Nazisti iniziarono l’operazione Soluzione Finale per sterminare ebrei ed ebraismo si iniziò dalla loro cultura, dove  nella Bebelplatz di Berlino il 10 maggio 1933 furono mandati al rogo migliaia di volumi scritti da studiosi che non appartenevano alla pura razza ariana.

Che sia giunto il tempo iniziare la distruzione dei Napoletani e della cultura Napoletana, con la chiusura della Biblioteca dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici?

E quando avverrà la distruzione delle altre biblioteche?

Cittadini napoletani e del mondo, firmiamo la petizione promossa da Remo Bodei, Alberto Burgio, Gaetano Calabrò, Luciano Canfora, Giulietto Chiesa, Gianni Ferrara, Paolo Maddalena, Aldo Masullo, Ugo Mattei, Aldo A. Mola, Tomaso Montanari, Franco Roberti, Stefano Rodotà, Roberto Saviano, Salvatore Settis, Gianni Vattimo, Gustavo Zagrebelsky per salvare la biblioteca dell’Istituto e soprattutto per non essere ricordati dai posteri come la generazione che iniziò a distruggere la propria città e la propria nazione partendo dalla propria cultura!!!

Di seguito riportiamo sia la petizione che le leggi della Regione Campania citate.

 

Delibera 1246/08 Biblioteca dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (riprende la 6039 del 2001)

Delibera 283 del 21-06-2011 Biblioteca dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici


Alla c. a. del ministro per i Beni e le Attività culturali, Lorenzo Ornaghi,
e del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro

Illustre Ministro,
Illustre Presidente,

la Biblioteca dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, messa insieme da Gerardo Marotta in mezzo secolo di pazienti ricerche presso fondi librari e antiquari in tutta Europa, costituisce il nucleo fondamentale dell'Istituto fondato nel 1975 a Roma, nella sede dell’Accademia dei Lincei, da Enrico Cerulli, Elena Croce, Pietro Piovani, Giovanni Pugliese Carratelli e Gerardo Marotta, che ne è anche il presidente. La Sovrintendenza ai beni librari della Regione Campania ha riconosciuto nel 2008 il valore di questa raccolta, che oggi conta circa trecentomila opere, dichiarando che essa “presenta i segni di uno sforzo ragionato di gestione e sviluppo, frutto, non di casuale sedimentazione, ma delle attività di studio, ricerca e formazione promosso dall'Istituto di appartenenza”. La delibera, attestando “il grande valore bibliografico e culturale” della biblioteca, decreta “la necessità di salvaguardarne l'inscindibile legame con l'Istituto di emanazione” e “l'opportunità e l'utilità sociale di predisporne le migliori condizioni di fruizione pubblica”.
Fu in questo spirito che la Regione, già nel 2001 con delibera n. 6039, individuò come sede della biblioteca i locali dell'ex-CONI in Piazza Santa Maria degli Angeli n. 1, a pochi passi da Palazzo Serra di Cassano, sede dell'Istituto, al fine di garantire la necessaria vicinanza tra la biblioteca e il luogo in cui quotidianamente si svolge un'intensa attività di seminari, così da assicurare la fruibilità del patrimonio librario al vasto pubblico di studiosi e ricercatori. Venne dunque formulato un progetto che, tenendo conto dei locali disponibili e dello spazio occupato dai volumi, consentisse, attraverso un sistema di scaffalature compatte, una sistemazione adeguata, congrua e razionale della raccolta.
Tuttavia, inspiegabilmente, l’attuale Giunta regionale emana nel 2011 un nuovo atto che opera una radicale inversione di rotta rispetto al complesso processo iniziato dieci anni prima: con la delibera n. 283 si inseriscono due elementi che minacciano di stravolgere letteralmente il progetto originario per cui erano stati stanziati anche specifici fondi europei. Viene difatti prospettata per i locali individuati l'utilizzazione «come fondo iniziale dei volumi che obbligatoriamente vengono trasmessi in copia alla Regione Campania da editori e aziende tipografiche allorquando pubblicati» e l'attivazione di una «Biblioteca pubblica “a scaffale aperto”». Ciò significherebbe non solo sfregiare l'armonica razionalità interna della raccolta dell’Istituto, che la rende specchio di una dimensione culturale internazionale, con l'inserimento di un fondo avente come unico criterio quello dell'appartenenza geografica regionale, ma significherebbe soprattutto impedire materialmente l'allocazione della biblioteca dell'Istituto, la cui dimensione è tale da occupare per intero lo spazio dei locali e solamente qualora sia rigorosamente seguito il progetto delle scaffalature compatte.
L'estenuante lentezza e l'infelice esito di questo processo testimoniano la trascuratezza con cui è stato considerato negli ultimi anni l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, che secondo l'UNESCO non ha termini di paragone nel mondo e che oggi, privato dei fondi necessari al suo pieno funzionamento, rischia di dover chiudere. È inaccettabile assistere a questo avvilimento dell'Istituto e alla sepoltura della sua biblioteca in un triste deposito, un ex capannone industriale di Casoria, per opera della miopia e dell'inerzia ostinata di alcuni dirigenti amministrativi.
Chiediamo, pertanto, che la Regione revochi la delibera del 21 giugno 2011 e ripercorra con urgenza la strada tracciata dalle delibere dell’amministrazione Bassolino e della Sovrintendenza bibliografica regionale, aprendo finalmente al pubblico un grande patrimonio librario, e che, su sollecitazione del Ministero dei Beni culturali, il Governo presenti un disegno di legge al Parlamento diretto a garantire un finanziamento stabile per l'Istituto che consenta di ripianare gli oneri finanziari derivati dal ritardo, quando non dal venir meno per alcuni anni, degli stessi contributi, e che permetta il pieno svolgimento delle sue attività di ricerca e della sua funzione civile.

Primi firmatari:
Felia Allum, Marie-Pierrette Allum, Percy Allum, Remo Bodei, Alberto Burgio, Gaetano Calabrò, Luciano Canfora, Giulietto Chiesa, Gianni Ferrara, Stanislao Lauria, Domenico Losurdo, Paolo Maddalena, Ugo Mattei, Aldo A. Mola,Tomaso Montanari, Franco Roberti, Stefano Rodotà, Roberto Saviano, Salvatore Settis, Gianni Vattimo, Gustavo Zagrebelsky.

Firma l'appello per l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

Vai al sito di Repubblica dov'è pubblicato l'appello

Appello della Fédération Internationale des Sociétés de Philosophie in favore dell’IISF

catalogo dei periodici in linea
I periodici dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici sono presenti all’interno della banca dati online dell’ACNP, Archivio Collettivo Nazionale dei Periodici, gestito dall’Università di Bologna e dal CNR, http://acnp.unibo.it/cgi-ser/start/it/cnr/fp.html
Per un’interrogazione ristretta ai soli titoli presenti nella biblioteca dell’Istituto, è disponibile la maschera di ricerca alla pagina: http://acnp.unibo.it/catalogo/NA147
L’Istituto accoglie le richieste di riproduzione da parte degli studiosi, da indirizzare a: biblioteca.iisf(at)gmail.com, nel rispetto della normativa vigente e limitatamente ai materiali posseduti in esclusiva in ambito cittadino.

 

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