La città di Napoli è una delle poche che può vantare 4 Università pubbliche: Federico II (la prima laica del mondo), Parthenope, Orientale, Seconda Università di Napoli e due Università private, Suor Orsola Benincasa e la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale.
A queste Istituzioni portatrici di cultura occorre poi aggiungere anche l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, situato nella storica sede di Palazzo Serra di Cassano e fondato nel 1975 a Roma, nella sede dell’Accademia dei Lincei, da Enrico Cerulli, Elena Croce, Pietro Piovani, Giovanni Pugliese Carratelli e Gerardo Marotta. Proprio quest’ultimo è l’attuale presidente nonché la mente che materialmente ha investito e realizzato tale ammirevole impresa.
Come ogni Isitituto di una certa importanza nazionale ed internazionale, anche l’Istituto Italiano per gli Studi filosofici ha tra i suoi ruoli fondanti quello della biblioteca, situata nei locali ex-CONI a Piazza Santa Maria degli Angeli n° 1, nelle immediate vicinanze della struttura.
La biblioteca dell’Istituto, che in 37 anni di vita ha accumulato centinaia di migliaia di volumi, rischia ora di scomparire, a causa della delibera 283 del 21 giugno 2011 della Regione Campania, che annulla la precedente delibera del 2001 (la 6039) mettendo a rischio l’esistenza stessa della biblioteca e quella dell’Isitituto stesso, che, secondo l’UNESCO, non ha eguali nel mondo.
Già l’anno scorso, il Monitore Napoletano denunciò lo stato di grave crisi (non ancora risolta) della Società Napoletana di Storia Patria, che al suo interno contiene migliaia di volumi e dei pezzi unici come gli originali manoscritti delle commedie di Eduardo de Filippo.
Quest’anno ci troviamo purtroppo innanzi ad un ulteriore sfregio della cultura napoletana e mondiale e non possiamo fare a meno di chiederci dove si trovino adesso le Istituzioni locali che durante le campagne elettorali dello scorso anno, hanno fatto grandi proclami di non abbandonare la cultura a se stessa ma di incentivarla
Che fine hanno fatto il senso di appartenenza degli intellettuali napoletani?
Perché si permette un simile scempio?
Come cita il titolo di questo articolo, a Napoli (che per secoli è stata il centro mondiale della civiltà e della cultura) , la cultura ormai non è più di casa, cancellata con un semplice gesto di penna, verso spese di inutile pubblica utilità come i lungomari liberati, piste ciclabili su marciapiedi, quartieri a luci rosse, centri storici inibiti agli stessi abitanti che per poter entrare con le loro automobili sono costretti a pagare pesanti quanto inutili gabelle (argomento che affronteremo in seguito).
Scelte scellerate che stanno compromettendo le fondamenta di una città che è abbandonata a se stessa, ed ora per di più privata di uno dei suoi fiori all’occhiello.
Quando i Nazisti iniziarono l’operazione Soluzione Finale per sterminare ebrei ed ebraismo si iniziò dalla loro cultura, dove nella Bebelplatz di Berlino il 10 maggio 1933 furono mandati al rogo migliaia di volumi scritti da studiosi che non appartenevano alla pura razza ariana.
Che sia giunto il tempo iniziare la distruzione dei Napoletani e della cultura Napoletana, con la chiusura della Biblioteca dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici?
E quando avverrà la distruzione delle altre biblioteche?
Cittadini napoletani e del mondo, firmiamo la petizione promossa da Remo Bodei, Alberto Burgio, Gaetano Calabrò, Luciano Canfora, Giulietto Chiesa, Gianni Ferrara, Paolo Maddalena, Aldo Masullo, Ugo Mattei, Aldo A. Mola, Tomaso Montanari, Franco Roberti, Stefano Rodotà, Roberto Saviano, Salvatore Settis, Gianni Vattimo, Gustavo Zagrebelsky per salvare la biblioteca dell’Istituto e soprattutto per non essere ricordati dai posteri come la generazione che iniziò a distruggere la propria città e la propria nazione partendo dalla propria cultura!!!
Di seguito riportiamo sia la petizione che le leggi della Regione Campania citate.
Delibera 283 del 21-06-2011 Biblioteca dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Alla c. a. del ministro per i Beni e le Attività culturali, Lorenzo Ornaghi, e del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro |
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Illustre Ministro, la Biblioteca dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, messa insieme da Gerardo Marotta in mezzo secolo di pazienti ricerche presso fondi librari e antiquari in tutta Europa, costituisce il nucleo fondamentale dell'Istituto fondato nel 1975 a Roma, nella sede dell’Accademia dei Lincei, da Enrico Cerulli, Elena Croce, Pietro Piovani, Giovanni Pugliese Carratelli e Gerardo Marotta, che ne è anche il presidente. La Sovrintendenza ai beni librari della Regione Campania ha riconosciuto nel 2008 il valore di questa raccolta, che oggi conta circa trecentomila opere, dichiarando che essa “presenta i segni di uno sforzo ragionato di gestione e sviluppo, frutto, non di casuale sedimentazione, ma delle attività di studio, ricerca e formazione promosso dall'Istituto di appartenenza”. La delibera, attestando “il grande valore bibliografico e culturale” della biblioteca, decreta “la necessità di salvaguardarne l'inscindibile legame con l'Istituto di emanazione” e “l'opportunità e l'utilità sociale di predisporne le migliori condizioni di fruizione pubblica”. Primi firmatari: |
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Firma l'appello per l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici |
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Appello della Fédération Internationale des Sociétés de Philosophie in favore dell’IISF |
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catalogo dei periodici in linea |
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