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Scritto da Giancarlo Nobile  
Venerdì 24 Settembre 2021 13:31

Sui giornali mondiali è apparsa una notizia che avrebbe dovuto suscitare una grande eco, aprire un vastissimo dibattito ed innanzitutto una serie di stringenti proposte per agire.

La notizia veniva dall’ONU, dalla sua agenzia IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change – è un comunicato stringato: ‘’tra sedici anni l’elevazione del clima sulla Terra sarà irreversibile, si prospettano a breve situazioni disastrose’’.

 

 

Questa notizia è passata nei mass media italiani quasi di nascosto, come qualcosa di non rilevante. Le questioni importanti sono il calcio, i litigi dei politici, il papa, il gossip sugli attori. Se nelle reti televisive se n’è discusso il tono è sempre stato: non bisogna essere allarmisti, tutto si aggiusta, come avrebbe detto l’ineffabile Andreotti.

Pochi giorni fa su un settimanale del giornale ‘La Repubblica’ venticinque esperti erano chiamati a dare un loro parere sul futuro immediato e le loro risposte sono state di un serafico ottimismo: tutto va benissimo ed andrà benissimo avremo tanta tecnologia che ci salverà.

Che succede dunque? Vi è un allarme globale per l’immediato futuro e i cittadini di questo pianeta – e gli italiani in particolare - con i mass media non vogliono vederlo, vi è un rifiuto generalizzato della realtà.

Ma la realtà appare sempre più minacciosa come è avvenuto in questi giorni a Senigallia ove una ‘bomba d’acqua’ si è abbattuta sulla città provocando morti e distruzioni, e di queste piogge incredibili se ne stanno avendo sempre più spesso.

Il Mediterraneo è caldissimo così come l’atmosfera – a Napoli l’inverno è stato un susseguirsi di giorni d’autunno e di primavera con la media di 15 gradi – ciò provoca un aumento d’energia dell’atmosfera e quando giungono impulsi freddi si scatenano piogge monsoniche devastanti.

Oltre all’effetto serra è tutto il modello umano in crisi che si scontra con la natura. La natura, e non bisogna dimenticarlo, è la base della nostra esistenza. Vi sono tangibili segni di deterioramento della qualità del vivere: il deterioramento dei terreni, la convivenza con i rifiuti, la quotidiana guerriglia urbana – traffico, intasamento, avvelenamenti da vari ossidi e biossidi etc.- per vivere e lavorare e la crescita delle patologie degenerative – cancerogene, cardiovascolari etc. – ..

Occorre una difficilissima ritirata, quella pericolosissima dello sganciamento dal campo di battaglia. Dalla battaglia che l’uomo combatte sempre più accanitamente, non contro la natura, come erroneamente si dice, errore che comporta una sbagliata azione politica, ma la guerra che l’uomo fa contro sé stesso. È assurdo ma è così. Dunque occorre inquadrare la questione non nella sua visione apologetica, tanto cara agli affezionati alle progressive sorti dell’umanità, a quelli ‘‘del tutto si aggiusta’’, dell’uomo che domina la natura, o come afferma il papa Francesco I nell’enciclica ‘Laudato sì’ che la natura è messa da dio a nostra disposizione ma in quella vera della follia di una specie – che si autoesalta chiamandosi razionale – che si auto combatte fino a giungere, gradatamente, tramite la distruzione del suo habitat, all’autodistruzione.

In questi giorni vi è in atto la campagna elettorale per le elezioni varie importanti città – questi stringenti temi non entrano nel dibattito e nei progetti, eppure in questi giorni il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici ha presentato il rapporto ‘’Analisi del rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane’’ esse sono Torino, Milano, Venezia, Bologna, Roma, Napoli i dati dicono che la situazione ad oggi è drammatica tendente alla catastrofe

Nessuno al pone la questione del rapporto uomo-natura come fondamentale per costruire non un futuro lontano ma quello prossimo dei nostri figli e nipoti.

Occorre subito un progetto politico che elabori e proponga nuove strade per la politica energetica, dei consumi, dei trasporti, dell’educazione, della produzione dei beni. Sono nuovi orizzonti, sono un nuovo modo di gestire la cosa pubblica, sono un nuovo mondo da raggiungere.

L’ONU ha lanciato l’allarme. La campana sta suonando, come scrisse Hemingway, ‘’E dunque non chiederti mai per chi suona quella campana: Essa suona per te.’’

 

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