Spesso noi come giornale e personalmente, abbiamo parlato dei granid pensatori di quella meravigliosa e tragico 1700, in particolar modo per gli eventi che videro la Repubblica Napoletana ed il Nostro giornale nascere e morire in quel memrabile 1799.
La grandezza dei pensatori che provarono a portare i principi della Rivoluzione Francese di Libertà, Uguaglianza e Fraternità, oggi, dopo 234 anni sono diventati parte integrante della nostra società.
Domenico Cirillo (cui è dedicata l'omonima strada al Centro Storico) oltre al essere stato un garnde medico, medico di famiglia di moltissimi esponenti illustri del suo tempo, fu anche un grande botanico, e fu anche un grande sostenitore della Tassonomia di Linneo tanto da introdurla nella sua Università (ovviamente la "Federico II") dove era, appunto, professore di botanica
La tassonomia di Linneo, ideata dallo svedese Carl Nilsson Linnaeus, classifica gli esseri viventi in differenti livelli gerarchici, iniziando originariamente da quello di regno. Oggi, si considera il dominio come una gerarchia sopraregnale, data la recente necessità di includere anche Batteri e Archaea. I regni si dividono in phylum (o phyla al plurale latino, usato in letteratura anglosassone) per gli animali, e in divisioni per piante e altri organismi. Questi si dividono in classi, quindi in ordini, famiglie, generi e specie.
Benjamin Franklin fondò nel 1743 l''American Philosophical Society che annoverava molti menti illuminate del suo tempo.
Il Console britannico a Napoli Isaac Jamineau inviò un messaggio di richiesta di ammissione alla Society per Domenico Cirillo, scrivendo: "My Family Physician … Professor of Botany here … to whom this university is oblig’d for the introduction of Linneas’ System’ " che tradotto: il mio medico di famiglia … professore di botanica qui [a Napoli], al quale questa università deve l’introduzione della tassonomia di Linneo"
Probabilmente la grafia non proprio eccelsa del console britannico ha lasciato intendere al medico di Filadelfia John Morgan, che doveva introdurla alla Society al posto di My Family Physician, Mr. Famitz Physician, e quindi alla American Phylosofical Society, fu ammesso un inesistente Dr. Famitz (clicca qui per vedere la scheda).
255 anni più tardi, un caparbio professore ordinario di diritto dell’Unione Europea presso il Dipartimento di giurisprudenza dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II", Amedeo Arena, facendo una serie di stud isul carteggio di Jamineau conservata presso la Historical Medical Library del College of Physicians di Filadelfia, ha sottoposto tale ricostruzione degli eventi, che riprende e approfondisce la ricerca dello storico statunitense Whitfield Bell, al dott. Patrick Spero, direttore della biblioteca della American Philosophical Society.
In parallelo, il professor Arena ha avviato una petizione rivolta alla prof.ssa Linda Greenhouse, Presidente della American Philosophical Society, per chiedere pubblicamente il riconoscimento di Domenico Cirillo come socio di tale accademia a partire dal 1768.
Tale petizione ha ricevuto un ampio sostegno, da Napoli a San Francisco.
Per la prima volta nei propri 280 anni di storia, c'è stata un’aggiunta postuma all’elenco dei propri soci, riconoscendo l’elezione di Domenico Cirillo ed aggiungendo alla scheda di tale socio una breve biografia, che ne ripercorre i principali meriti
Un altro dei tanti primati di Napoli.
Il professor Arena ha commentato a IL MATTINO: «Il pensiero di intellettuali del calibro di Antonio Genovesi, Gaetano Filangieri, Mario Pagano, Domenico Cirillo, Eleonora Pimentel Fonseca, costituisce parte integrante del patrimonio identitario di Napoli, una capitale europea le cui menti più brillanti dialogavano, nel ‘700, con gli intellettuali di tutto il mondo. Per questa ragione, la richiesta di restituire a Domenico Cirillo il riconoscimento di cui era stato privato non poteva esaurirsi in una corrispondenza privata con la American Philosophical Society, ma doveva tradursi in un’iniziativa aperta a tutti coloro che hanno a cuore la cultura napoletana. Desidero ringraziare la American Philosophical Society per aver accolto questa petizione e tutti coloro che l’hanno sostenuta: non solo i numerosi studiosi ed i rappresentanti delle istituzioni, ma anche i tanti, tantissimi studenti che hanno compreso l’importanza di ricordare e riscoprire la grande Napoli che fu, per porre le basi della Napoli che sarà».
Grande è stato anche il plauso al lavoro del professore di seguito sono riportati i commenti
«La storia di una lettera fraintesa, che ha indotto Thomas Jefferson a cercare invano l'inesistente ‘Dr. Famitz’ invece di rivolgersi a Cirillo, è una dimostrazione pratica dell’importanza dell’attenzione al dettaglio in ogni impresa accademica», ha affermato Robert Hauser, executive officer della American Philosophical Society. «Sebbene Cirillo avesse preso atto della propria elezione in seno all'American Philosophical Society e Whitfield Bell avesse fornito importanti elementi per la risoluzione di tale enigma un quarto di secolo fa, è in nome di ciò che Benjamin Franklin definiva la 'promozione della conoscenza utile' e grazie all’impegno di Amedeo Arena che la nostra accademia ha finalmente deciso di correggere tale errore, riconoscendo l’elezione di Cirillo a partire dal 1768».
«Sono molto lieto dell’aggiunta del nome di Domenico Cirillo al pantheon dei nostri primi soci» ha dichiarato Patrick Spero, direttore della Biblioteca della American Philosophical Society. «Cirillo è stato un botanico italiano di prim’ordine ed un convinto sostenitore del sistema di Linneo, un’invenzione che rivoluzionò la scienza permettendo a studiosi di Paesi e lingue diverse di confrontarsi attraverso una tassonomia universale. I soci della American Philosophical Society, nel 1768, riconobbero i meriti di Cirillo ed è meraviglioso osservare come il confronto tra documenti conservati in diversi archivi abbia permesso agli studiosi di oggi di fare luce su una vicenda così antica. Ciò dimostra quanto è importante la funzione svolta dagli archivi e come lo studio del passato possa fare la differenza, anche nel presente».
La Console Generale d’Italia a Filadelfia Cristiana Mele ha commentato: «La ricerca storica ci mostra come, sin dai tempi più remoti, le idee non avessero confini: dopo 255 anni e grazie alla tenacia del prof. Arena, Domenico Cirillo trova il suo giusto posto nella lista dei membri della American Philosophical Society, riportando alla luce un antico legame tra l’Italia e Filadelfia, una città dove la presenza italiana continua a essere visibile e attiva anche al giorno d’oggi».
«Questo riconoscimento è molto importante per la comunità italoamericana, che attraverso il proprio lavoro ed il proprio ingegno si è affermata negli Stati Uniti ai più alti livelli del governo, dell’università, delle professioni e dell’imprenditoria» ha dichiarato il prof. Antonio Giordano, presidente della Sbarro Health Research Organization presso la Temple University di Filadelfia e membro del direttivo della National Italian American Foundation, una delle organizzazioni più rappresentative della comunità italoamericana. «Da medico e ricercatore di origini campane sono onorato che la più antica accademia statunitense abbia riconosciuto il napoletano Domenico Cirillo tra i propri primi soci. Ringrazio il prof. Arena per l’impegno profuso in questa ed in altre iniziative volte a riscoprire e rafforzare il legame che unisce Italia e Stati Uniti».
Anche a Napoli la notizia del riconoscimento di Cirillo da parte della American Philosophical Society è stata accompagnata da diverse dichiarazioni.
Il prof. Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli, già Rettore dell’Università Federico II, ha dichiarato: «desidero rivolgere i miei più sinceri complimenti al prof. Amedeo Arena per aver ottenuto un risultato di grande valore per la città di Napoli e per l'intera Città metropolitana: l’iscrizione postuma dell’intellettuale napoletano Domenico Cirillo come primo socio italiano dell'American Philosophical Society di Filadelfia. Questa iniziativa non si è esaurita in un confronto tra studiosi, ma ha visto la partecipazione e l’impegno delle migliori energie partenopee e d’oltreoceano. La correzione di questo errore, avvenuto 255 anni fa, rappresenta il riconoscimento non soltanto del ruolo internazionale che la cultura scientifica napoletana aveva nel ‘700, ma soprattutto del profondo legame che, ancora oggi, unisce Napoli agli Stati Uniti».
La prof.ssa Maria Triassi, presidente della Scuola di Medicina e chirurgia dell’Ateneo Federico II, ha dichiarato «È con soddisfazione che apprendo della decisione dell'American Philosophical Society di iscrivere Domenico Cirillo, medico napoletano, in qualità di primo socio italiano, riparando così a un errore 'materiale' e storico. Il riconoscimento, da parte di tale accademia, dell'importanza che il lavoro di Cirillo, medico e naturalista, ha avuto nel mondo scientifico rappresenta il giusto riposizionamento nella storia del ruolo internazionale che fin dai secoli scorsi ha avuto la cultura scientifica napoletana. Con la conclusione di questa vicenda si restituisce alla nostra comunità accademica e scientifica il posto che le spetta» ha commentato la prof.ssa Maria Triassi, presidente della Scuola di Medicina e chirurgia dell’Ateneo Federico II.
Il prof. Paolo Caputo, direttore dell’Orto botanico di Napoli, ha sottolineato che “la figura di Domenico Cirillo è stata di grandissimo rilievo per la cultura e la società della sua epoca e la condanna a morte dello studioso per ragioni politiche è prova dell’ingratitudine che talvolta gli Stati dimostrano verso i propri cittadini migliori. La rettifica del registro dei soci dell’American Philosophical Society, nel quale, dopo oltre 250 anni, è stato finalmente oggi inserito il nome di Cirillo è un atto che, nel suo valore simbolico, rende doverosa postuma giustizia al respiro internazionale del grande scienziato meridionale. Ringrazio il prof. Arena che, con determinazione e abilità, ha ricostruito le ragioni dell’errore e ha promosso la petizione che ha condotto alla sua rettifica».
La prof.ssa Renata De Lorenzo, Presidente Società Napoletana di Storia Patria, ha dichiarato: «Varie suggestioni si incrociano nel riconoscimento postumo di Domenico Cirillo da parte della American Philosophical Society, prima fra tutte quella del messaggio umano e culturale trasmesso in questa ricerca della verità, frutto della convinzione del mondo scientifico internazionale del nostro secolo sul valore della figura del botanico, zoologo, entomologo, fisiopatologo, clinico e medico sociale di questo personaggio del secolo XVIII. Tradizioni familiari e impegno personale nelle scienze, sfida sociale e politica culminata nella morte in seguito al ruolo avuto nella fallita repubblica napoletana del 1799, sono le caratteristiche dell’uomo contestualizzato nella circolarità delle idee settecentesca. La comunità scientifica, grazie anche al ruolo delle Accademie, era al corrente del fermento napoletano nel campo delle scienze. Domenico Cirillo, tramite esperienze fatte all’estero, ristrutturò la ricerca botanica in termini linneani e fu la testimonianza di uno dei momenti più felici della capacità del Mezzogiorno di dialogare con l’Europa e di fornirle modelli».
L’avvocato Riccardo Imperiali di Francavilla, rappresentante degli eredi Filangieri presso il Museo Civico Filangieri ha commentato: «La vita di Domenico Cirillo è stata visceralmente legata, per periodo e pensieri, a quella del mio avo Gaetano Filangieri, senior. In quel contesto di illuminismo partenopeo, periodo fervido e ancora tanto da riscoprire, violentato nel triste epilogo del 1799, i due hanno potuto dare un contributo di cui ancora gioviamo, chi nella legge e chi nelle scienze. Gaetano aveva come sogno di trasferirsi in America, di questo vi è traccia negli scritti che conserviamo al Museo, in cui scambia i propri pensieri con Benjamin Franklin, lo stesso Franklin fondatore della American Philosophical Society di cui oggi scopriamo Cirillo membro. È affascinante come questa vicenda abbia rischiato di non emergere mai per un equivoco: l’epiteto con cui veniva presentato come ‘medico di famiglia’, fu confuso, complice una non eccellente grafia, con il cognome e così Cirillo è stato nei registri, fino al certosino lavoro di ricerca del Professor Arena, un inesistente ‘Dr. Famitz’. Che l’analisi della parola ‘famiglia’ consenta di ritrovare una storia che è cara alla mia di famiglia, mi intenerisce particolarmente e rinnova, ancora una volta, il senso di orgoglio che ho per chi ci ha preceduto e di cui la città sempre dovrebbe essere fiera».
L’avvocato Benedetto Migliaccio, Presidente dell’Accademia Filangieri Della Porta, ha dichiarato: «L'iniziativa del prof. Arena, nata all’esito di tre eventi su Domenico Cirillo organizzati dalla nostra Accademia, ha restituito al celebre illuminista napoletano l'onore che gli era dovuto: essere il primo socio italiano della prestigiosa American Philosophical Society. Mi piace pensare che siamo solo all'inizio di un lavoro di riscoperta della Napoli del ‘700, una capitale europea i cui intellettuali si relazionavano, da pari, con gli studiosi di ogni parte d’Italia e d’Europa. Con gli studiosi americani avremo a breve un altro appuntamento: nel carteggio tra Filangieri e Franklin è possibile scorgere, infatti, la grandezza ancora negata dell'illuminismo napoletano, per il cui riconoscimento ci batteremo ancora, ostinatamente, anche in nome dei martiri del 1799».
Il prof. Gennaro Rispoli, direttore del Museo delle arti sanitarie e di storia della medicina di Napoli, ha dichiarato: «Il Museo si compiace per il riconoscimento postumo di Cirillo quale socio dell'American Philosophical Society, riconoscimento reso possibile dall'approfondito studio documentale compiuto dal prof. Arena. Cirillo è stato un illustre medico e filosofo e la sua metodologia clinica ripercorre il sistema filosofico ippocratico-galenico derivato dal pensiero aristotelico. Questo riconoscimento è la conferma della dimensione internazionale della fama che l'ingegno di Cirillo ha giustamente meritato».
Il dott. Arturo Armone Caruso, membro del Comitato di Studi Cirilliani ed autore di numerosi saggi e lezioni su Cirillo, ha commentato: «Domenico Cirillo indubbiamente meritava di essere annoverato tra i componenti dell’American Philosophical Society e la sua iscrizione postuma rappresenta un doveroso riconoscimento. Cirillo infatti era ben inserito nel contesto culturale americano di quell’epoca. Ciò si desume da alcune parole dei suoi Discorsi Accademici, in cui egli metteva in evidenza due aspetti importantissimi, relativi ai percorsi di umanizzazione sociale: il primo è relativo alle condizioni dell’ospedale e delle prigioni; il secondo riguarda il nativo Americano, che corre in aiuto del suo amico moribondo Europeo, riportato nel capitolo intitolato ‘Le Cagioni della Sensibilità».
Nella stessa direzione il commento del dott. Francesco Montanaro, presidente dell’Istituto di Studi Atellani: «Accogliamo con immensa soddisfazione il riconoscimento a Domenico Cirillo da parte della American Philosophical Society, che rappresenta la conferma del valore mondiale degli studi e dell'opera di questo nostro conterraneo».
Lo studioso spagnolo José Vicente Quirante Rives, autore di diverse pubblicazioni su Cirillo e cittadino onorario di Napoli, ha commentato: «Penso che l'iniziativa del prof. Arena abbia un enorme valore simbolico, poiché restituisce un onore dovuto al grande napoletano che fu Domenico Cirillo e dimostra le connessioni internazionali della Napoli del ‘700. La tenacia del prof. Arena è riuscita a restituire un tassello importante alla personalità ricca e complessa di Cirillo, botanico, medico, uomo politico e scienziato con una importante rete di contatti in Europa e America, a dimostrazione del ruolo internazionale che Napoli aveva nella seconda metà del diciottesimo secolo. Oltre all’importanza storica, penso che l'iniziativa del prof. Arena contenga anche una importante lezione per la Napoli di oggi, cioè la necessità di riscoprire e coltivare la propria dimensione europea e internazionale, superando qualsiasi tentazione autoreferenziale, sempre sterile. Ritengo che Napoli non abbia bisogno di falsi miti, né di vittimismo storico o pretese autonomiste basate su letture poco rigorose del passato. La forza di Napoli è sempre stata e sempre sarà nella proiezione in un contesto più ampio, di respiro internazionale, aperto, curioso, colto e serio».
Non solo Filadelfia e Napoli, ma anche le altre accademie di Italia, dove Domenico Cirillo era annoverato tra i soci hanno espresso il proprio plauso:
Il prof. Corrado de Concini, presidente della Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, ha commentato: «La nostra Accademia apprende con grande soddisfazione del riconoscimento postumo di Domenico Cirillo come socio della American Philosophical Society. Domenico Cirillo, così come Benjamin Franklin, è stato tra i primi soci fondatori della nostra Accademia, che nasce nel 1782 con il nome di Società Italiana, per ‘associare le cognizioni e l’opera di tanti illustri Italiani separati’, un atto fondativo che aveva una evidente portata politica e patriottica, oltre che scientifica, nel secolo delle grandi rivoluzioni. Ringraziamo iI prof. Amedeo Arena per questa necessaria riscoperta e cogliamo l’occasione per ribadire l’importanza delle fonti documentarie storiche e della loro conservazione e valorizzazione. Proprio in questi mesi siamo impegnati nel censimento degli scritti scientifici dei nostri soci fondatori, tra cui Domenico Cirillo».
«La Società Italiana di Storia delle Medicina manifesta il proprio vivo apprezzamento per il pieno, giusto riconoscimento da parte della American Philosophical Society di Domenico Cirillo come uno dei suoi soci», hanno commentato il prof. Adelfio Elio Cardinale ed il prof. Alessandro Bargoni, rispettivamente presidente e vicepresidente di tale Società. «Domenico Cirillo, brillante esponente della cultura scientifica dell'illuminismo napoletano, fu molto attivo nella comunità europea dei savantes del suo tempo; fu apprezzato tanto a Parigi quanto a Londra, ove fu ammesso alla Royal Society. Fu corrispondente dei più illustri scienziati europei e italiani. Egli rappresenta certamente, per la vastità e originalità dei suoi studi scientifici, una figura di grande importanza della cultura italiana».
Il prof. Alessandro Chiarucci, presidente della Società Botanica Italiana, ha dichiarato: «Siamo lieti di apprendere che l'American Philosophical Society di Filadelfia abbia provveduto alla correzione dell'errore di trascrizione avvenuto nel 1768. Domenico Cirillo, celebre botanico ed entomologo napoletano, fu membro della Società Botanica Fiorentina, fondata nel 1716 da Pier Antonio Micheli, che è l'antesignana della nostra Società, fondata nel 1888. In ambito botanico, Domenico Cirillo fornì un notevole contributo alla conoscenza della flora dell'Italia meridionale, descrivendo alcune decine di specie sino ad allora sconosciute. Fu corrispondente di Carlo Linneo, che gli dedicò Cyrilla L. (Cyrillaceae), un genere di piante su cui si fonda un'intera piccola famiglia di piante a fiore (Cyrillaceae Lindl.) native dell'America tropicale. La Società Botanica riconosce il ruolo di Domenico Cirillo e si felicita per il lavoro storico fatto dal Prof. Amedeo Arena per riconoscere i meriti di un botanico italiano di grande prestigio».
Il prof. Massimo Mori, presidente dell’Accademia delle scienze di Torino, ha dichiarato: «Abbiamo appreso che Domenico Cirillo, naturalista, medico e patriota della Repubblica napoletana del 1799, è stato riconosciuto Socio della American Philosophical Society di Filadelfia, correggendo un errore di trascrizione avvenuto nel 1768 che aveva portato all’elezione, al posto di Cirillo, di un inesistente ‘Dr. Famitz’ di Napoli. Essendo stato Cirillo Socio della nostra Accademia dal 1783, esprimiamo la nostra più viva soddisfazione per la correzione dell'errore».
La Scheda
Domenico Maria Leone Cirillo (Grumo Nevano, 10 aprile 1739 – Napoli, 29 ottobre 1799) è stato un patologo, entomologo, botanico e museologo italiano. Fu anche patriota e uno dei promotori della Repubblica Napoletana del 1799.
Naturalista e medico
Sin da giovane, anche grazie al fatto che proveniva da una famiglia di naturalisti e di medici, si dedicò agli studi di scienze naturali e di medicina. Inviato a Napoli all'età di circa sette anni, iniziò i suoi studi sotto la guida dello zio Santo, studioso ed esperto di disegno e botanica, che possedeva una vasta collezione naturalistica e che l'avviò al disegno, dove Domenico divenne tanto abile da realizzare quasi tutte le tavole illustrative delle sue opere botaniche e zoologiche. A 16 anni si iscrisse all'Università degli Studi di Napoli Federico II e, a soli 20 anni, il 2 dicembre 1759), si laureò in Medicina e Chirurgia. Nel corso del 1760 divenne professore di Patologia medica e botanica all'Università di Napoli e all'Ospedale degli Incurabili. In questo ruolo si distinse nel campo botanico e, seguendo le teorie di Linneo, classificò numerose specie vegetali dell'Italia meridionale, servendosi anche dell'aiuto di abili collaboratori, come Gaetano Nicodemi. Dopo il 1780 sarebbe anche divenuto direttore del Museo di Storia Naturale, allora in allestimento.
Nel 1774 condurrà la cattedra di patologia e materia medica, divenendo medico personale della famiglia reale. Ciò gli avrebbe permesso di fare molti viaggi, ad esempio in Francia ed in Inghilterra, dove avrebbe conosciuto nuove dottrine e stretto nuove amicizie, tra cui Nollet, Buffon, d'Alembert, Diderot e Franklin.
Passato alla cattedra di medicina teorica nel 1777, poi a quella di medicina pratica, produsse un notevole numero di pubblicazioni di carattere medico, alcune delle quali concernenti la cura delle malattie veneree. Tra di esse vanno ricordate Ad botanicas institutiones introductio (1766), Fundamenta botanicae (1785) e Entomologiae neapolitanae specimen primum (1787). Per i suoi interessi di botanica, strinse amicizia col naturalista forlivese Cesare Majoli, che, per la sua grande celebrità, Maria Carolina d'Asburgo-Lorena aveva chiamato a Napoli da Roma.
In campo medico, dedicandosi sia alla didattica che alla ricerca, approfondì gli studi sulle malattie veneree e comprese l'importanza sociale della scienza medica esplicitando nel suoi Discorsi accademici, (1787) le sue critiche al degrado della classe medica e delle strutture ospedaliere.
Patriota della Repubblica napoletana
Dall'esperienza della Rivoluzione francese trasse gli ideali di libertà che lo portarono ad essere uno degli artefici della Repubblica Napoletana.
A Napoli fu iniziato alla Massoneria, dove nel 1770 risulta affiliato con Nicola Pacifico e Pasquale Baffi. Fu probabilmente per il tramite dell'ambiente massonico che frequentò anche gli ambienti giacobini che a Napoli iniziavano a mettere in discussione la monarchia borbonica a partire dal 1790.
Durante la Repubblica Napoletana inizialmente si dedicò più che mai alla sua attività di medico: si racconta che, se veniva chiamato da un ricco e da un povero, preferiva visitare prima il povero e poi il ricco, dicendo che "l'arte salutare deve esercitarsi a sollievo della misera umanità e non come strumento per procacciarsi ricchezze".
Solo dopo un po' accettò l'invito del generale Jean Étienne Championnet a diventare membro della Commissione Legislativa che era stata istituita dal commissario civile francese André Joseph Abrial: a questo punto lasciò la sua attività professionale per dedicarsi alla politica.
Ricoprì quindi la carica che fu del giurista Mario Pagano (come presidente della Commissione stessa), ma, con la restaurazione borbonica che ebbe il culmine nel ritorno a Napoli di Ferdinando IV, la Repubblica fu spazzata via e Cirillo assieme a tanti altri patrioti venne imprigionato dapprima nella stiva del vascello da guerra "San Sebastian" e poi trasferito nella "fossa del coccodrillo" di Castel Nuovo.
Dato lo spessore del personaggio, gli fu concessa l'opportunità della grazia nel caso avesse rinnegato il suo ideale repubblicano per giurare fedeltà alla corona borbonica, ma sembra che Cirillo abbia rifiutato di tradire i suoi principi repubblicani.
«Chiese grazia Domenico Cirillo?»
Nel capitolo La domanda di grazia di Domenico Cirillo dell'opera dedicata alla rivoluzione napoletana del 1799, Benedetto Croce si chiese se realmente Cirillo avesse scritto una lettera indirizzata a Lady Hamilton, amante di Orazio Nelson, per ottenere da loro, ai quali Cirillo aveva più volte in passato prestato soccorso con la sua scienza, l'intercessione per la grazia. Vincenzo Cuoco, testimone oculare, riferisce che benché sia Hamilton che Nelson fossero bene intenzionati, alla fine il medico napoletano rifiutò di accettare di aver salva la vita perché se egli avesse assolto alla condizione che gli si chiedeva, di chiedere cioè la grazia al re, questa «gli sarebbe costata una viltà» nel tradire i suoi ideali repubblicani.
La lettera del 3 luglio 1799 indirizzata a Lady Hamilton, a bordo con il marito sulla nave St. Sebastian comandata da Nelson nel golfo di Napoli, è stata ritrovata nella sua integrità ed è stata tradotta e pubblicata in anni recenti Nonostante qualche incertezza, già Croce la riteneva autentica, anche se scritta «in un momento di dolore e di smarrimento in uno dei giorni della sua non breve agonia», poiché redatta con un tono tale d'implorazione alla pietà ed alla misericordia per le proprie condizioni, che v'indusse perciò lo stesso filosofo e storico abruzzese a ritenere che fosse immeritata la fama d'ardente patriota ed eroe repubblicano attribuitagli.
In realtà, dopo quattro mesi di prigionia nella cella del Maschio Angioino, la mattina del 29 ottobre del 1799 Domenico Cirillo venne condotto al patibolo in Piazza Mercato, dove fu giustiziato assieme a Mario Pagano, Ignazio Ciaia, Vincenzio Russo e Nicola Pacifico.
Nelle settimane e nei mesi precedenti erano stati giustiziati altri patrioti della Repubblica Napoletana, tra i quali Eleonora Fonseca Pimentel.
Opere
- (LA) De essentialibus nonnullarum plantarum characteribus commentarius, Napoli, 1784.
- (LA) Plantae rarae Regni Neapolitani, Napoli, 1792.