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Scritto da Giovanni Di Cecca  
Domenica 13 Ottobre 2019 10:34

L'Italia è il paese della cultura per definizione, dove un impero lontano 1000 anni, ormai, detta ancora le sue leggi nello ius contemporaneo, e dove la magnificenza del genio italico è ancora oggi lo spartiacque tra due ere.

Il FAI, Fondo Ambiente Italia dal 1975 promuove la scoperta di tutti quei tesori piccoli e grandi spesso sconosciuti o non sempre fruibili per altri usi, come Università o abitazioni private.

 

 

Nelle giornate FAI d'autunno sono circa 700 i monumenti che sono visitabili in tutta Italia e alcuni di questi sono visitabili anche nella nostra città o immediata provincia (clicca qui per vedere i monumenti in Campania), il 12 e 13 ottobre 2019.

Noi siamo andati a visitare la Reggia di Portici, piccolo scrigno a pochissimi chilometri da Napoli, nata come residenza estiva del Re Carlo III di Borbone.


Storia della Reggia

Sembra che il sovrano Carlo III di Borbone e la sua consorte Maria Amalia di Sassonia, in visita presso la villa del duca d'Elboeuf (il cui periodo discendente inizia con la nascita della prima Ferrovia Italiana la Napoli - Portici ed oggi in gravissimo stato d'abbandono), fossero rimasti così favorevolmente impressionati dall'amenità del luogo, che decisero di farvi costruire, di lì a poco, un palazzo che potesse ospitarli come dimora ufficiale.

Il via ai lavori fu dato nel 1738 con un progetto architettonico commissionato ad Antonio Canevari, richiamato in Italia proprio da Carlo di Borbone per dare seguito, assieme ad altri architetti di fama dell'epoca, al suo ambizioso programma di opere pubbliche e di rappresentanza nel Regno di Napoli.

Tra gli altri artisti che lavorarono per la costruenda reggia vanno ricordati il pittore Giuseppe Bonito, che decorò le sale del palazzo, e lo scultore Joseph Canart che, operando con marmi di Carrara, allestì le opere scultoree del parco reale.

Una serie di palazzi e dimore nobiliari preesistenti (ed espropriati) funsero da base architettonica per la realizzazione della reggia; ciò comportò anche una serie di opere di scavo che permisero il ritrovamento di numerose opere d'arte di valore archeologico, tra cui un vero e proprio tempio con 24 colonne di marmo. Tali opere furono temporaneamente sistemate in un museo allestito per l'occasione, il Museo di Portici, annesso alla Accademia Ercolanese, luogo di deposito dei reperti provenienti dagli scavi archeologici di Ercolano.

La realizzazione del nuovo palazzo reale, di dimensioni non vastissime, stimolò la costruzione di numerose altre dimore storiche nelle vicinanze (le ville Vesuviane del Miglio d'oro), nate col fine di ospitare la corte reale che non poteva essere ospitata pienamente nella reggia porticese.

Nel 1799, con la rivoluzione napoletana, la corte reale fuggì a Palermo portando con sé 60 casse piene di numerosi reperti; in occasione della nuova fuga, avvenuta nel 1806, portò via altre 11 casse di antichità. In questi anni Giuseppe Bonaparte ordinò il trasporto delle antichità rimaste a Portici nel Museo di Napoli. Solo nel 1818, in occasione del rientro a Napoli della corte borbonica, le casse conservate a Palermo furono trasferite nel nuovo museo di Napoli. Il Museo di Portici trovò così la sua fine, anche se il trasferimento delle pitture parietali venne concluso solo nel 1827.

Fu Gioacchino Murat ad arredare ex novo la reggia con mobilio francese e con gusto improntato ad un notevole lusso mentre, sotto Ferdinando II di Borbone, la reggia acquistò un collegamento ferrato con Napoli (con la Ferrovia Napoli-Portici) ed ospitò anche il pontefice Pio IX, per divenire progressivamente un sito sempre meno frequentato col passare dei decenni.

Oggi la reggia ospita la sede della Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II" ed alcuni musei.

 

Photogallery - Dentro la Reggia di Portici - 12-10-2019

Photo by Giovanni Di Cecca / MagnaPicture.com --- Archivio Storico dicecca.net - MONITORE NAPOLETANO


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