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Scritto da Giovanni Di Cecca  
Giovedì 31 Dicembre 2020 21:20

 

Come ogni anno a poche ore dalla fine, presentiamo la Copertina Giacobina, quella che da 10 anni celebra la persona (o team) che nel corso dell’anno o sono decedute (e quindi alla memoria) o hanno compiuto gesti molto rivoluzionari che hanno modificato la storia in qualche modo.

 

 

In questo anno tragico, da cancellare (come hanno fatto i nostri colleghi americani di Time Magazine), mi trovo a pensare che forse qualcosa si salva.

Certo era nato, come al solito, sotto i migliori auspici, con le feste di piazza (chissà se mai le rivedremo a breve giro di posta, tra 1 anno) i fuochi sul Lungomare qua a Napoli che illuminano tutto il Golfo più bello del mondo, con le tante voci straniere che parlano, si commuovono riempiono le nostre strade e si sorprendono ogni volta che guardando una strada, un muro, una chiesa, scoprono la nostra tri-millenaria storia.

Anche la parola “come al solito” come se dovesse essere sempre così, come se fosse scontato.

In capo a pochissimi giorni dal 2020 ci siamo trovato nell’incubo peggiore una Pandemia, combattere contro un virus tanto subdolo quanto letale.

È solo una pandemia come capita ogni 100 anni grossomodo?

È un attacco biologico, come si è vociferato?

È una delle maledizioni di Dio contro l’umanità che, come si dice a Napoli, si è “scristianuta”?

È la Terra che ha deciso di attaccarci per difendersi dal virus Umano?

Tante ipotesi, alcune molto suggestive altre probabili.

Certo è che è bastato molto poco per distruggere l’economia, la politica, mettere in luce la pochezza della razza umana che si vanta ancora di essere andata sulla Luna (ma che poi non c’è più andata perché troppo costoso ed inutile, anche se qui si apre un super dibattito).

Napoli per la prima volta dopo un decennio si vede chiusa alle voci straniere perdendo quella sua connotazione naturale di città cosmopolita, un salto indietro di oltre 25-30 anni (e pensare che nel 2019. Napoli Seconda città italiana dopo Milano per numero di Turisti, 20 a livello mondiale voleva dire tanto, uno degli innumerevoli primati della Nostra città)

Ma se pensassi che questo 2020 sia solo tutto questo, beh, allora si dovremmo cancellarlo dalla storia e passare oltre.

Ma io non credo al “presentismo ideologico” un anno è fatto di 365 giorni e 10 anni sono fatti da 3650 circa.

In questo strano e dannato 2020, Napoli, ha dato un paio di esempi che sono stati ripresi a livello mondiale.

Il primo è sicuramente la Cura Ascierto Tocivid-19, che, se non in assoluto, ha dato la possibilità a molti pazienti affetti da Covid-19, soprattutto in prima battuta di poter avere una possibilità di sopravvivere (dove spesso c’è stata la morte e basta), tanto da essere stata studiata e provata a livello mondiale, ma attaccata a priori qui in patria (e poi non si capisce mai il perché siamo sempre così fessi).

Il secondo è questa genialata del Panaro Solidale (Copertina Giacobina) che ha messo in evidenza, come la Nostra Città, nei momenti più bui e duri riesce ad essere solidale.

Questo panaro è stato anche ripreso a più riprese dal resto del mondo (basti pensare solo alla Rock Star Madonna) e questo cataclisma ci ha consentito di poter lenire molte sofferenze.

Potrei anche citare, sempre qui in Campania, soprattutto a Napoli e Provincia, il gesto dei Templari OSMTJ 1804, che hanno rischiato parecchio consegnando derrate alimentari a persone bisognose che avevano perso tutto.

Paradossalmente tutto il mondo, specialmente nella cosiddetta prima ondata, quando si è fermato a cavallo di Pasqua, si potuto riscoprire in modo tangibile quella solidarietà che spesso rimane solo una parola delle tante del vocabolario.

Non ci ha trasformato in esseri migliori, in assoluto, ma ci ha resi, almeno per un po’, meno avidi


La seconda copertina giacobina (caso abbastanza unico, ma non impossibile) di questo anno disgraziato l’ho dedicata a Diego Armando Maradona Cittadino di Napoli.

Maradona a livello mondiale è conosciuto come il più grande Giocatore di Calcio di Sempre, ma a Napoli Diego e Maradona sono secondi solo a San Gennaro.

Perché Diego e Maradona, perché come lui parlava di se stesso, Diego era il ragazzo cresciuto nella miseria più assoluta e Maradona era il suo alter ego indistruttibile invincibile, una sorta di schermo contro le brutture che ha visto e subito.

Maradona e Napoli è stato feeling dal primo istante in quell’estate del 1984 quando venne qui.

Nel Campionato 1983/1984 il Napoli partiva dall’11 posto in classifica, quasi in retrocessione (su 16 squadre), mentre con Maradona si arrivò all’8° e con il Pibe de Oro terzi in classifica nel 1984-1985

Da quel momento iniziò la grande escalation Azzurra e la grande rivalsa

1985-1986 terzo posto dietro Juventus e Roma

Ma fu quella sera del 10 Maggio del 1987 (Campionato 1986-1987) dove Maradona divenne San Diego Armando Maradona, dopo Napoli – Fiorentina 1 a 0 al San Paolo (ora Stadio Diego Armando Maradona), realizzando il Double (Scudetto + Coppa Italia)

Quella doppia vittoria dove tutta la Città (e tutto il Sud Italia) ebbe la sua rivincita lo trasformò in una sorta di libertadores.

Il resto è storia del Calcio.

L’uomo Diego, non ha avuto la stessa sorte, ucciso due volte dal Doping, soprattutto in quella storica ed ultima partita del Mondiale Americano Argentina – Grecia 4 a 0 con l’esultanza del gol dentro la Telecamera è rimasto un’icona del riscatto personale.

Diego da quella storia non ne uscì più, perso il campo di calcio aveva perso se stesso, la sua vita, la sua ragione di vivere.

L’uomo Diego moriva figuratamente e contemporaneamente era diveniva leggenda il suo alter ego Maradona.

Nella sera che è morto (25-11-2020) io ero al San Paolo, oggi Stadio Maradona, e, se avevo avuto l’occasione temporale di poterlo veder giocare, gioire di quei due fantastici scudetti, coppe, quella sera non potevo fare a meno di vedere (e fotografare) ragazzi (20enni, 15enni) che di Maradona al più avevano sentito parlare dai genitori, dai nonni, e visto qualche file su YouTube, piangere come se avessero perso un caro familiare.

La preghiera di un tifoso avanti con l’età che pregava per (e) Maradona a Largo Emanuele de Deo ai Quartieri Spagnoli, il mare magnum di cimeli portati al San Paolo da tutta Napoli, l’omaggio di Mertens e di Bruno Conti (che con Gentile ebbe grandi problemi a bloccare Maradona nel leggendario Mundial 1982)

È morto Diego, Evviva Maradona, cittadino di Napoli a tutti gli effetti, anche se a Napoli lui è stato dal 1984 Sovrano Indiscusso, Santo Laico e Mito Eterno

 

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