Con l'annessione delle 4 repubbliche separatiste del Donbass Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia, Kherson alla Russia, mediante un referendum farsa, tanto farsa da essere attaccata anche dalla stessa "amica senza limiti" della Cina, Putin in un discorso al Kremlino ha dichiarato che qualunque mossa verso quelle zone è di fatto III Conflitto Mondiale ad armi atomiche.
Però è disposto ad andare ad un tavolo di trattative, considerando che quelle conquiste definite atti liberatori dei popoli russofoni siano bastevoli alla sua campagna militare speciale.
La verità è che il discorso di oggi (a tratti delirante) sono la più manifesta dimostrazione di impotenza davanti il disastro che si sta per annunciare alla Russia
Da un lato, il recente sabotaggio all'infrastruttura Nord Stream 1 (ancora dibattuto se si tratti di opera Russa o USA) oltre al gas perso apre un grosso problema alla Russia, almeno pubblicamente poiché la sua più importante infrastruttura strategica è saltata e probabilmente non sarà più possibile usarla.
In secondo luogo il richiamo forzato dei cittadini (circa 300.000), ha generato un fortissimo crollo della popolarità di Putin e l'allontanamento di molti coscrivibili verso altri paesi, pur di non andare in guerra sapendo che saranno possibile carne da cannone, il che unito alle sanzioni che stanno mordendo la Russia e dove il malcontento si sta alzando sempre di più, potrebbero generare una terza conseguenza: Ottobre Rosso.
E' intrigante osservare come poco più di 100 anni dopo la rivoluzione bolscevica che portò alla creazione dell'Unione Sovietica, l'establishment russo sta navigando a tutta forza verso un nuovo conflitto interno pari a quello di allora.
Infatti il vero nodo di tutta questa storia sono le armi atomiche, le stesse che per circa 70 anni hanno garantito pace (che ossimoro) tra le due superpotenze USA e USSR.
Declassare a Arma Nucleare Tattica una Bomba Atomica è paragonabile ad "Pallone di Maradona" che non ti uccide, ma ti trancia una gamba, un braccio, un occhio e qualche altra cosa, ma potrebbe non ucciderti.
Il punto è che se tu mi lanci una AAT contro, la risposta può essere solo una: o ti lancio una AAT a te, oppure ti annichilisco lanciandoti tutto quello che posseggo tattico e "non convenzionale"
In buona sostanza è il vecchio problema, da cui la pace per 70 anni, del cosiddetto second strike, il secondo attacco: se io lancio da 1 a 1000 armi atomiche, e le intercetto, è probabile che controattacco a tutta forza, cioè il tempo che tu mi colpisci, io, anche da defunto, ti posso annientare poiché ho avuto il tempo di contrattaccare.
Vincitori: Nessuno!
Lancerà per intimidire l'Occidente?
Se mi dovessi giocare 1$ (o 1€ possiamo scegliere) penso di no, ma non perché non sia capace di dare un'ordine di quel tipo, ma perché nella gerarchia di comando, il cosiddetto fattore umano, incepperebbe il sistema: che senso avrebbe sganciare spendo che alla fine non ci sono vincitori e vinti solo un deserto radioattivo (per la filmografia basta scegliere, da Mad Max a The day after, ai cartoni animati di Conan e Ken il guerriero)
A questo aggiungo anche una personale osservazione.
Nella recente campagna elettorale, il problema del gas, in generale dell'energia è rimasto molto presente, ma nessuno (ma proprio nessuno) ha parlato di un sistema che associato ad altre fonti, potrebbe dare un ottimo risultato in termini economici: “Solare termodinamico a concentrazione” ideato e messo in funzione dal Prof. Carlo Rubbia, Premio Nobel per la Fisica 1984 con l'ENEA (Ente Nazionale Energia Alternative)
Come funziona?
Rubbia partì da una semplice: constatazione: un metro quadrato di specchi costa molto meno rispetto a un metro quadrato di pannelli fotovoltaici.
Con una radiazione solare media di circa 1.000 W/m2, come quella italiana, il rendimento termodinamico sarebbe altissimo.
Una centrale Solare termodinamco a concentrazione è un filare di specchi parabolici con apertura di 5,76 metri. Ogni specchio concentra il calore del sole su un tubo di 11 centimetri di diametro (serbatoio caldo), in cui il fluido salino raggiunge temperature di 550° – e da lì schizza a uno scambiatore di calore dove produce vapore: che, come nelle centrali termiche, aziona una turbina che genera elettricità. Da lì il fluido non si disperde ma viene riconvogliato nel serbatoio freddo e reimmesso nel ciclo.
“Oggi, cioè in fase preindustriale, il costo complessivo dell’impianto oscilla tra i 100 e i 150 euro a metro quadrato. E da un metro quadrato si ricava ogni anno un’energia equivalente a quella di un barile di petrolio. Il che vuol dire che utilizzando un’area desertica o semidesertica di dieci chilometri quadrati si ottengono mille megawatt: la stessa energia che si ricava da un impianto nucleare o a combustibili fossili, ma con costi inferiori e con una lunga serie di problemi in meno”.
Rubbia, ex Presidente ENEA, dopo una serie di "incomprensioni" ha portato in Spagna il progetto
Clicca qui per leggere una presentazione PDF della "Federico II" di Napoli
Video - Il finale del Dottor Stranamore di Stanley Kubrick
{youtube}s4VlruVG81w{youtube}